I sindacati chiedono una modifica alle norme sul pensionamento d'ufficio
CGIL, CISL, UIL Università propongono un emendamento per modificare la normativa prevista dall'art. 72, comma 11, della Legge 133/2008 che prevede il pensionamento d'ufficio al raggiungimento del 40° anno di contribuzione.
L’approvazione del decreto 180 ha prodotto un aggravamento della situazione dell’Università sotto il profilo del personale. Per effetto dei tagli della Legge 133, dal 2010 la quasi totalità degli Atenei avrà superato la soglia del 90% delle spese per il personale, con ciò ricadendo nella previsione di blocco delle assunzioni prevista in questo caso dal decreto 180; l’effetto sarà di un blocco pressoché totale del turn-over, che si inserisce in un quadro attuale di carenza di organico docente, tecnico e amministrativo, aggravato dai pensionamenti volontari in corso.
La Legge 133 prevedeva la facoltà per le Amministrazioni di decidere il pensionamento d’ufficio del personale che avesse maturato i 40 anni di contributi, e in questi giorni molti Atenei stanno procedendo a comunicare il pensionamento coatto ai dipendenti che ne hanno i requisiti. Questa scelta determina un ulteriore impoverimento dell’organico a fronte dell’impossibilità di assumere. Inoltre la discussione parlamentare sta producendo un emendamento che esclude dal pensionamento d’ufficio i docenti ordinari ed associati, ma non i ricercatori, con ciò determinando una rottura dello stato giuridico della docenza. Nel corso della discussione del decreto 180 avevamo chiesto l’abolizione del blocco del turn-over per le Università, per consentire un ricambio fisiologico e graduale del personale, e, pur nelle difficoltà, il funzionamento delle istituzioni; il blocco del turn-over è rimasto.
A questo punto, abbiamo perciò richiesto alle Commissioni Parlamentari di esaminare un emendamento che consenta ad un settore in condizioni particolarmente gravi di abrogare la norma del pensionamento d’ufficio onde non paralizzare l’attività degli Atenei.
Roma, 13 gennaio 2009
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Prot. 32/CCU
Ai Componenti della I e XI
Commissione Camera dei Deputati
Egregi Onorevoli,
relativamente al Disegno di legge A.C. 2031, Vi chiediamo di inserire un emendamento che intervenga sulla normativa prevista dall’art. 72, comma 11, della L. 133/2008, laddove si prevede che al raggiungimento del 40° anno di contribuzione le Amministrazioni Pubbliche possano disporre unilateralmente il pensionamento del personale interessato. Tale norma pare a noi, in senso generale, ledere un diritto ad una scelta individuale che, in taluni casi, può addirittura condurre al paradosso di un pensionamento forzato prima del compimento del 60° anno di età. Per altro verso, la formulazione della norma, nell’escludere dall’ambito di applicazione i professori ordinari ed associati (oltre che i magistrati e i primari ospedalieri), introduce un’incomprensibile disparità di trattamento nei confronti del restante personale dell’Università; nel caso dei ricercatori, tale disparità si traduce addirittura in un intervento di frattura dello stato giuridico della docenza, ma la questione investe l’intero personale degli Atenei, dati i forti intrecci organizzativi e funzionali che caratterizzano l’Università.
Vi chiediamo pertanto di prendere in esame il seguente emendamento: sostituire il comma 3 dell’art. 5 del DDL 2031 con la seguente formulazione:
3. Al comma 11 dell’art. 72 del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, l’ultimo periodo è sostituito da:
“Le disposizioni di cui al presente comma non si applicano a magistrati, primari ospedalieri, e all’intero personale dipendente dalle Università”.
Ringraziando per l’attenzione, Vi preghiamo di gradire i migliori saluti.
I Segretari Generali
FLC CGIL - Domenico Pantaleo
CISL Università - Antonio Marsilia
UIL P.A.-U.R.-AFAM - Alberto Civica