Il “Libro Verde” del Governo sulla spesa pubblica affronta anche i problemi dell’Università
Diffuso dal Governo i risultati di uno studio sulla spesa pubblica
Il Governo ha diffuso i risultati di uno studio sulla spesa pubblica predisposto da una Commissione costituita presso il Ministero dell’Economia (Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica), che affronta sia gli aspetti generali della spesa pubblica nazionale, sia alcuni casispecifici riferiti a settori del Pubblico Impiego, tra cui l’Università. Il testo del “Libro Verde” è reperibile alla pagina www.governo.it , e la parte relativa all’Università è a pagina 69 e seguenti. Per quanto riguarda la scuola, essa non compare tra i settori esemplificati perché verrà trattata in un “quaderno bianco” in corso di pubblicazione a cura del Ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione. Non compare invece la Ricerca: altri settori saranno oggetto di futuri approfondimenti e comunque “i settori considerati hanno solo uno scopo illustrativo e non implicano una gerarchia dei problemi da affrontare”.
In premessa si dichiarano obiettivi ed intenti dello studio: la necessità, ad avviso del Ministro, di migliorare l’efficacia della spesa pubblica, introducendo criteri di monitoraggio continuo ed incentivazione delle buone pratiche, e reperendo risorse utili a finanziare l’elevamento dei livelli di prestazione ai cittadini, nonché a consentire la riduzione della pressione fiscale. Lo studio non rappresenta ancora un piano operativo, bensì una fase preliminare, tesa a focalizzare gli interventi possibili nel medio termine, al quale seguirà invece la delineazione compiuta degli atti normativi e regolamentari.
Per quanto riguarda l’Università, il documento ripercorre quanto già contenuto nel “Patto per l’Università e la Ricerca” del 2 agosto scorso a firma congiunta Mussi-Padoa Schioppa, e che abbiamo già avuto modo di commentare nel nostro comunicato in data 9 agosto (vedi Archivio News).L’approccio è in primo luogo mirato alla quantità ed uso delle risorse disponibili: l’intento dichiarato è di “utilizzare lo strumento finanziario per introdurre elementi di razionalizzazione e promuovere l’uso efficiente ed efficace delle risorse”.
In sostanza, una parte consistente degli obiettivi e principi, nonché dell’analisi della situazione,appare condivisibile, mentre alcuni aspetti di merito sono a nostro avviso sbagliati o non accettabili.
In particolare:
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tra i problemi aperti dell’Università si cita “lo scarso ricorso a meccanismi di selezione all’ingresso”, mentre è noto che test di accesso e numeri chiusi sono ormai pratica diffusa, anche al di là dell’opportuno e ragionevole;
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si indica come negativo l’attuale assetto di governo degli Atenei, citando Senati e CdA, ma evitando di nominare i Rettori, il meccanismo elettorale ele ormai diffuse deroghe agli Statuti;
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si indica la crescita delle tasse universitarie, portando il tetto dal 20 al 25% del FFO;
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si propone uno schema di rientro finanziario molto rigido per gli Atenei “a rischio”, o che hanno sforato il tetto del 90% per le spese di personale,che rischierebbe di ripercuotersi negativamente sui trattamenti del personale tecnico-amministrativo e sulla contrattazione integrativa, mentre per il personale docente viene accolta l’idea di garantire, nell’adeguamento annuale del FFO, la crescita dei costi reali delle retribuzioni a carico del bilancio centrale.
Come abbiamo già avuto modo di dire, nei prossimi giorni il documento e il “Patto”saranno oggetto di un’approfondita riflessione della FLC, sia nei molti aspetti positivi, che devono essere poi materialmente tradotti in provvedimenti, (e si tratterà di far sì che gli atti normativi rispecchino fedelmente le intenzioni e impostazioni dichiarate), sia negli aspetti meno condivisibili, in modo da presentare un complesso di azioni organiche e non contraddittorie rispetto ai principi dichiarati nel “Patto”.
Roma, 7 settembre 2007