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Incontro con il Ministro Mussi sul Regolamento per il reclutamento dei ricercatori universitari

Il 5 giugno si è svolto al MiUR l'incontro tra il Ministro Mussi e le OO.SS. della docenza universitaria. Nel corso dell'incontro sono stati anche trattati temi che interessano il quadro generale dell'iniziativa di Governo sull'Università

07/06/2007
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Il 5 giugno si è svolto al MiUR l'incontro tra il Ministro Mussi e le OO.SS. della docenza universitaria. Oggetto dell'incontro era il Regolamento sul reclutamento dei ricercatori universitari, ma nel corso dell'incontro sono stati comunque trattati temi che interessano il quadro generale dell'iniziativa di Governo sull'Università.
Il testo del Regolamento presentato era quello datato 3 maggio, su cui la FLC Cgil aveva tempestivamente formulato i propri rilievi.
Nel corso della sua breve introduzione, il Ministro ha annunciato l'imminente presentazione di un provvedimento sulla terza fascia docente, nonché la conclusione positiva dell'iter del decreto sulle classi di laurea, dopo un lungo esame degli organi preposti, che è ora pronto per diventare esecutivo.

La FLC, nel proprio intervento, ha sollevato due questioni di contesto preliminari:

1) il fatto che la positiva applicazione, nell'ambito di tutta la Pubblica Amministrazione, dei commi della Finanziaria che consentono la stabilizzazione del precariato dotato di determinati requisiti rischia di produrre una contraddizione insopportabile per i ricercatori precari dell'Università. Essi appaiono, allo stato, gli unici esclusi dall'applicazione delle stabilizzazioni, per una precisa scelta dell'Esecutivo, e nonostante le nostre richieste. Al tempo stesso, i fondi stanziati in Finanziaria per il reclutamento straordinario, che consentono prevedibilmente 3500 assunzioni, di cui quest'anno, se va bene, 700, si dimostrano con evidenza impari rispetto alla dimensione del problema. Il DPEF prossimo venturo è decisivo: non è accettabile la riedizione di una Finanziaria 2008 con pochi fondi per il reclutamento come quella del 2007; occorre un segnale di svolta forte.
Pur confermando la nostra contrarietà a forme di "ope legis" indifferenziata, sono necessarie risposte anche per i ricercatori precari dell'Università: o attraverso l'estensione delle norme della Finanziaria; o attraverso la garanzia di un'effettiva valutazione dell'attività svolta come elemento di vantaggio, formalmente sancito, nelle procedure di reclutamento: un reclutamento con numeri significativi.

2) il blocco totale della concorsualità universitaria, anche per le progressioni di carriera, sta generando un malcontento diffuso e comprensibile. Se è vero che la priorità è il reclutamento dei giovani, è altresì vero che vi sono tante situazioni di squilibrio ordinamentale, e di carriere bloccate che non hanno sbocco. Molte Università si collocano sopra o sotto la media delle carriere. Occorre riavviare in modo equilibrato la concorsualità, a partire dai concorsi già banditi.

Nel merito del Regolamento, la FLC ha espresso la valutazioni che già compaiono sul nostro sito per esteso e che sono sinteticamente così riassumibili:
a) Apprezzamento per l'impianto del Regolamento e per la ricerca di un equilibrio nazionale-locale che assicuri maggiore trasparenza e credibilità al reclutamento.
b) La richiesta di modificare i seguenti punti:

all'art. 3 (Requisiti di ammissione):
- al c. 1b, consentire, ai fini dell'ammissione, il cumulo delle diverse tipologie di rapporto maturate, necessarie a raggiungere i 48 mesi; i precari, come noto, hanno percorsi individuali accidentati e spesso non lineari;
- al c. 1c, modificare la dizione tenendo conto del fatto che la distinzione prevista tra insegnamenti annuali e semestrali è poco sostenibile, anche vista l'estrema differenziazione dei crediti attribuiti nei diversi Atenei e corsi;

all'art.5 (Esperti revisori):
- al c. 2, la richiesta che la prima lista di referees non sia composta solo da professori ordinari e dirigenti di ricerca, ma comprenda le altre fasce;
- al c. 3, l'eccessivo numero di referees impegnati (7 per ogni concorso), costituisce oggettivamente una complicazione del processo, e rischia di produrre valutazioni disomogenee dello stesso candidato nei diversi concorsi banditi, in una procedura che non è comparativa e a numero chiuso. Si può facilmente rimediare accorpando più concorsi con gli stessi referees, o immaginare che i referees siano gli stessi per tutta la tornata concorsuale semestrale nel settore scientifico-disciplinare interessato;

all'art. 7 (Valutazione comparativa dei concorrenti):
- ai c. 1 e 2, si rileva che la commissione formula una graduatoria per ciascun profilo, mentre in realtà il testo non prevede l'obbligatorietà del profilo stesso;
- al c. 3, la commissione d'Ateneo appare sbilanciata in negativo nella sua componente disciplinare (3 comp.), a fronte di quella istituzionale (4 comp.), creando possibili problemi di competenza del giudizio;
- al c. 4, il giudizio delle strutture didattiche e scientifiche dell'Ateneo interessate dal reclutamento appare, in questa formulazione, come un giudizio scientifico ulteriore ed aggiuntivo, anziché, come dovrebbe essere, un parere di congruità tra il profilo del candidato e l'attività e le funzioni della struttura ricevente.

Infine, la FLC valuta negativamente la scomparsa dal testo della norma, presente nella versione precedente, che prevedeva una valutazione ex-post del reclutato dopo tre anni, con conseguente penalizzazione finanziaria dell'Ateneo in caso di giudizio negativo.

La lunga discussione ha fatto emergere molte altre osservazioni. Le più rilevanti ci sembrano le seguenti:
1) le modalità e gli esiti della revisione degli attuali 370 settori scientifico-disciplinari, con la preoccupazione che la razionalizzazione sacrifichi i singoli interessi disciplinari;
2) il fatto che il testo non prevede più, come il precedente, la somma dei punteggi della commissione nazionale con quella locale;
3) la necessità di chiarire che ad ogni bando di concorso corrisponde un vincitore reclutato;
4) dubbi di legittimità sull'utilizzo dello strumento del Regolamento ministeriale.

Quest'ultimo punto è stato chiarito in corso di discussione dal Capo di Gabinetto, che ha dichiarato, argomentando, come la gerarchia delle fonti legislative, alla luce delle norme vigenti, esclude i dubbi di legittimità sollevati.

Nella sua replica, il Ministro ha affermato che il futuro provvedimento sulla terza fascia sarà oggetto di esame preventivo con le OO.SS. della docenza. Ha dichiarato l'immediato accoglimento di alcune osservazioni, mentre per altre è necessario un breve supplemento di riflessione. Tra quelle accolte da subito:
- la possibilità di consentire il cumulo di forme di lavoro precario diverse ai fini dei requisiti di accesso;
- l'inclusione di tutte le fasce, non solo gli ordinari, nella lista dei referees;
- l'obbligo di assumere il vincitore in ogni concorso; non vi sono concorsi vuoti a discrezione dell'Ateneo;
- il fatto che la penalizzazione finanziaria del cattivo reclutamento sarà inclusa in un successivo provvedimento.

A proposito della norma, ora sparita, che nella versione precedente prevedeva la somma dei punteggi tra giudizio nazionale e giudizio locale, ha chiarito che vi è stato un parere preventivo di illegittimità, basato sulla considerazione che, se si dà luogo a punteggio unico come costituente dell'esito del concorso, allora anche i referees nazionali sono a tutti gli effetti membri di commissione di concorso; con ciò generando l'impraticabilità del meccanismo a due fasi distinte previsto dal Regolamento. E che, comunque, l'efficacia della selezione nazionale, anche in assenza di punteggio conteggiabile come esito finale, è assicurata dal fatto che transita alla selezione locale solo il quarto superiore dei candidati.
Infine, a fronte di chi paventa nella riduzione dei settori scientifico-disciplinari un danno irreparabile per la specificità delle discipline, il Ministro ha dichiarato che considera l'attuale frammentazione dei SSD la chiave di volta dell'inquinamento del sistema concorsuale, poichè spesso consente una modellazione quasi "ad personam" delle selezioni; che in tutti i Paesi europei i SSD, anzichè 370, variano da 60 a 110, e non si capisce perchè da noi non sia possibile. E che è disposto, in caso di difficoltà a trovare intese su questo terreno, a richiedere una proposta a organismi europei come lo European Research Council.
Il Ministro ha quindi affermato la volontà di una riapertura "meditata" della concorsualità per le progressioni di carriera, nel senso di non incoraggiare e consentire la riproduzione di situazioni di sbilanciamento dell'ordinamento; come quelle di Atenei in cui il costo del personale tocca il 109% del Fondo di Finanziamento Ordinario a causa dell'anomalo addensamento nelle fasce alte.
Un lungo excursus è stato anche dedicato alla carenza di risorse, rispetto a cui il MiUR è in evidente sofferenza, e ai tentativi di recuperare dai bilanci ogni residuo. La notizia positiva riguarda il reperimento di 37.5 milioni di euro dal bilancio MiUR per il reclutamento degli Enti di Ricerca.

Fin qui, in sintesi, il resoconto della discussione.
Il nostro giudizio è necessariamente articolato:
1) Valutazione positiva per la disponibilità al confronto, sia sul Regolamento sia sugli atti in corso di predisposizione. Abbiamo ribadito la nostra condivisione dell'impianto del Regolamento e delle sue linee portanti, e riteniamo altresì di condividere altri aspetti di contenuto, a cominciare dalla razionalizzazione dei SSD. Ci attendiamo che la riflessione produca ulteriori implementazioni e miglioramenti del testo, con l'intento di pervenire ad un modello di reclutamento quanto più possibile trasparente ed efficace.
2) Forte preoccupazione per lo scenario complessivo. Mentre attendiamo di vedere i contenuti degli interventi sulla terza fascia e sulla c.d. "governance", sottolineiamo che l'appuntamento del DPEF e della conseguente Finanziaria sono una boa ineludibile per l'azione di Governo, da cui dipenderanno le nostre iniziative.
Il reclutamento dei giovani innanzitutto, e il finanziamento del sistema Università-Ricerca appaiono gli snodi su cui si misura il giudizio sul Governo.
E' evidente che c'è una divaricazione di intenti e di priorità nel Governo; che esiste una tendenza centrifuga e autoreferenziale dei singoli Ministeri, che sfuggono al coordinamento e alle necessarie sinergie.

In questo quadro di incertezza e frammentazione di intenti e risorse, riteniamo necessarie entro giugno le seguenti iniziative:

- la riconduzione ad una sede unitaria di Governo delle politiche su Università e Ricerca, con l'assunzione di un programma di legislatura vincolante, adeguatamente finanziato, da convenire a livello di Presidenza del Consiglio;
e la chiara riconoscibilità nel DPEF delle risorse necessarie;
- l'indizione di una manifestazione nazionale dei ricercatori precari dell'Università, che reclami in modo visibile la priorità del reclutamento dei giovani, con le modalità e quantità necessarie a dare risposte adeguate al problema.

Roma, 7 giugno 2007

Nonno, cos'è il sindacato?

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