Stato giuridico docenti universitari: la discussione del disegno di legge in Commissione è stata interrotta bruscamente!
I Sindacati di categoria e le Associazioni rappresentative indicono subito lo stato di agitazione. Si prepara la manifestazione nazionale
COMUNICATO
ADI, ADU, ANDU, APU, AURI, CISAL-Università, CISL-Università, CNRU,CNU, FIRU, FLC Cgil, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR, UDU
La decisione d'interrompere bruscamente il dibattito in Commissione e di portare il Disegno di legge del governo sulla riforma dello stato giuridico dei docenti universitari direttamente in Aula al Senato é estremamente grave, rappresentando un strappo alle normali procedure parlamentari. Si apprende, infatti, che il disegno di legge sarà discusso e votato in Aula nei giorni 27, 28 e 29 settembre. Gira forte la voce che in quella sede il Governo chiederà la fiducia.
La materia oggetto del disegno di legge è particolarmente delicata in quanto ha rilievo costituzionale, sia per i profili della libertà didattica e scientifica che contraddistingue l'insegnamento universitario, sia in relazione al principio di autonomia degli Atenei, al quale questa libertà è strettamente connessa.
Appare veramente irresponsabile affrontare temi di notevole complessità e certamente "sensibili" sul piano dei valori costituzionali e degli interessi di un grande numero di cittadini (in primo luogo gli studenti e le loro famiglie) senza la condivisione del mondo universitario.
Denunciamo di fronte al Paese il clima di confusione e di scollamento nel quale si apre questo assurdo dibattito parlamentare in Aula, senza che si sia cercata alcuna convergenza con i rappresentanti del mondo universitario che, con unanime deliberazione, hanno respinto il progetto (non solo le rappresentanze dei docenti e le associazioni di dottori di ricerca, dottorandi, contrattisti, precari e studenti ma anche CUN, CRUI Conferenze dei Presidi, Senati Accademici e Consigli di Amministrazione, etc.).
Ignorare i protagonisti reali della vita universitaria significa non solo mortificare le persone che quotidianamente sono impegnate negli Atenei ma anche tradire le aspettative della società civile, contribuendo al degrado del Paese.
Ci opponiamo a questo disegno perverso portato avanti con arroganza. La riforma non deve essere approvata: in Parlamento, nelle Università e nel Paese, chiunque abbia a cuore il futuro del nostro Paese deve nei prossimi giorni rendere visibile il proprio dissenso.
Indirizziamo al Paese un forte appello per la difesa del ruolo pubblico dell'Università, della qualità degli studi universitari, del diritto allo studio e siamo certi che questo accorato segnale verrà raccolto dai più, soprattutto in questa fase pre-elettorale che consentirà ad ognuno di giudicare le forze politiche e i loro rappresentanti.
A causa della brevità dei tempi, la normativa vigente non consente di indire uno sciopero per la fine del mese; intanto, i Sindacati e le Associazioni rappresentative della docenza universitaria indicono lo stato di massima agitazione nelle sedi, da portare avanti nelle forme più forti e coinvolgenti, nella fondamentale solidarietà di docenti, personale tecnico-amministrativo, precari, studenti:
- per il 27 settembre invitano i docenti, i precari e gli studenti a tenere assemblee nelle sedi ed ad occupare simbolicamente i Rettorati;
- per il 28 settembre è indetta una manifestazione nazionale di protesta in Roma davanti al Senato alle ore 11.
Roma, 21 settembre 2005