Università: la risposta di organizzazioni e associazioni all’invito per la Conferenza Nazionale del PD
Chi lavora e studia nell'Università non è solo un “Capitale Umano” nelle mani del Governo di turno o di un singolo partito.
Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa unitario integrale con cui le organizzazioni e le associazioni rappresentative di tutte le componenti universitarie intervengono sulla terza conferenza nazionale del Partito Democratico dedicata ad Università, Ricerca e AFAM che si tiene a Bologna il 26 novembre.
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ADI, AIPAC, ANDU, ARTeD, CNU, CONFSAL-CISAPUNI-SNALS, CoNPAss, UGL Università, FLC CGIL, RETE29Aprile, SNALS-Docenti, UDU, UIL RUA
COMUNICATO STAMPA
Il Partito Democratico ha organizzato, per il 26 novembre 2016 a Bologna, la terza Conferenza Nazionale dedicata a Università, Ricerca, Alta Formazione Artistica e Musicale.
L’invito ricevuto sarebbe allettante: “Insieme discuteremo delle novità introdotte e degli investimenti fatti dal Governo Renzi, anche nell'ultima legge di Bilancio, mantenendo gli impegni che ci eravamo assunti lo scorso anno e di quanto ancora vogliamo fare. Ti aspettiamo.
Purtroppo tra i relatori dei tavoli non sono state coinvolte direttamente le Organizzazioni universitarie che quotidianamente lottano per i diritti di chi l’Università la vive, la soffre e, pur nelle mille difficoltà, la mantiene a livelli elevati, nonostante la precarizzazione, l’insufficiente finanziamento della ricerca, il blocco delle progressioni stipendiali e del turn over.
Le nostre Organizzazioni credono fortemente nel coinvolgimento e nel dialogo per la progettualità di un’Istituzione fondamentale per l’avanzamento delle conoscenze, la formazione di cittadini responsabili e lo sviluppo del Paese, poiché coloro che lavorano e studiano nell'Università non sono un “Capitale Umano” nelle mani del Governo di turno o di un singolo partito, invece la logica di alcuni provvedimenti ancora contenuti nella Legge di Bilancio 2017 è proprio quella di assegnare un’eccessiva discrezionalità alla componente politica, a discapito dell’autonomia universitaria e della piena attuazione del diritto allo studio.
In quanto Organizzazioni rappresentative di tutte le componenti universitarie (professori, ricercatori, lettori/CEL, ricercatori e docenti precari, dottorandi, personale tecnico-amministrativo, studenti) avremmo immaginato di essere coinvolte in un confronto diretto nell'occasione in cui il più grande partito italiano nonché il partito di governo discute dello stato e delle prospettive dell'università pubblica italiana.
Nonostante questo, riteniamo utile ribadire le nostre posizioni in merito ai provvedimenti della legge di bilancio, auspicando che queste siano oggetto di una seria discussione anche nella prossima occasione del 26 novembre.
Crediamo che non ci sia bisogno di certificazioni per super-uomini e super-menti, con super-stipendi, come si vorrebbe fare con le “Cattedre Natta” o con i premi di studio mascherati da borsa di studio da 15mila euro e la competizione tra superdipartimenti contenuti nella Legge di bilancio 2017. L'Università ha bisogno di una maggiore e reale attenzione ai problemi gravi e urgenti.
L'Università ha bisogno:
- di adeguati finanziamenti per la ricerca, programmati con cadenza regolare e progressivamente incrementati, in modo da portarli ad un livello comparabile a quello di altri Paesi;
- di adeguate politiche retributive per il personale universitario rispettose delle differenti specificità operative;
- che sia riformato il sistema di formazione e reclutamento attuale, che con la sua eccessiva precarizzazione sta mortificando e letteralmente cancellando intere generazioni di ricercatori;
- che siano attuate politiche di progressione di carriera senza discriminazioni e senza violazioni delle prerogative dell’Università anche per non demotivare sia il personale già strutturato, sia chi ambisce alla carriera universitaria;
- di una organizzazione e di una gestione veramente democratica dell'Università, oggi in mano a rettori-monarchi e ad agenzie di commissariamento governativo, come l’ANVUR;
- della concreta attuazione del diritto allo studio, nella sua accezione costituzionale, e non di premi-spot per pochi studenti;
- di un intervento organico mirato al raggiungimento di risultati almeno in linea con quelli della media della UE e non di norme spot che minano la democrazia del sistema universitario pubblico.
Le risorse per iniziare a cambiare veramente rotta ci sono: semplicemente sono destinate a queste misure “spot”, bonus e premi. I recenti emendamenti, in materia di Fondo integrativo statale per le borse di studio e no tax area approvati in Commissione Bilancio, dimostrano come l’ascolto di chi veramente rappresenta le componenti accademiche permetta il concreto miglioramento dei provvedimenti.
Come Organizzazioni universitarie siamo, e siamo sempre state, disposte a dialogare con le Istituzioni e con tutti gli Interlocutori politici. A questi chiediamo di ascoltare chi rappresenta tutte le sfaccettature della vita universitaria.