Decreto sviluppo. Le misure sui settori della conoscenza
Assunzioni in tre anni nella scuola, tempi più lunghi per l’aggiornamento delle graduatorie, mano pesante sui precari della scuola. Nelle università più fondazioni con dovizia di finanziamenti pubblici e meno fondi ordinari.
Il Decreto Legge sullo sviluppo interviene pesantemente sui settori della conoscenza.
Pubblichiamo di seguito un primo commento aggiornato dopo la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale.
Scuola (Art. 9)
Carriera personale precario. Nel testo del decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale non c'è più la norma di interpretazione autentica della legge 124/99 che negava al personale della scuola il diritto alla ricostruzione di carriera prima del passaggio in ruolo.
Rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. Modificato il Decreto Legislativo 368/2001 che applica in Italia la direttiva comunitaria sui tempi determinati. La modifica introdotta non consente al personale precario della scuola di ottenere la conversione del rapporto di lavoro dopo 36 mesi di servizio. Il rapporto di lavoro, secondo questa norma, passerà da tempo determinato a indeterminato solo per il personale che rientra nel contingente annuale sulle immissioni in ruolo.
Spostamento in avanti del termine delle operazioni di inizio d'anno. Le operazioni di inizio d'anno si concludono entro il 31 agosto di ogni anno anziché entro il 31 luglio.
Aggiornamento triennale delle graduatorie ad esaurimento dei docenti. I docenti potranno aggiornare il loro punteggio ogni tre anni. È possibile chiedere il cambio di provincia (solo una), sulla base del punteggio maturato.
Blocco mobilità territoriale neo immessi in ruolo. I docenti immessi in ruolo a partire dal 1 settembre 2011 non potranno spostarsi di provincia per i primi cinque anni. Non è consentita neanche l'assegnazione provvisoria o l'utilizzazione in provincia diversa.
Piano triennale di assunzioni docenti e ATA. Miur e Mef decideranno annualmente, senza costi aggiuntivi per i conti pubblici, un piano di assunzioni nel triennio 2011-2013 combinando i posti liberi in organico di diritto e il turn over.
Retroattività. Il decreto prevede che chi entrerà in ruolo nell'anno scolastico 2011/2012 potrebbe forse beneficiare, ai soli fini giuridici, della decorrenza retroattiva di un anno della nomina.
Il nostro giudizio
L'aspetto più grave del decreto riguarda i precari e la loro possibilità di avere riconosciuto il diritto alla carriera e la conversione del rapporto di lavoro dopo che sono stati utilizzati per 36 mesi su posto vacante. Questa modifica è scandalosa perché contravviene una norma comunitaria già introdotta nel nostro ordinamento, ma resa inapplicabile solo ai precari della scuola. Ancora una volta gli interventi del governo sono iniqui e creano disparità di trattamento tra i lavoratori e di conseguenza nuovo contenzioso.
Tutto l'intervento sulle graduatorie, lungi dal dare stabilità al sistema di istruzione, è un ulteriore irrigidimento nel reclutamento del personale. Inaudita la pretesa di bloccare le persone per cinque anni nello stesso posto.
Infine l'annunciato piano delle immissioni in ruolo, unica misura positiva, è tuttavia pieno di limiti e non sarà sufficiente a colmare i vuoti d'organico. Nel teso del decreto non compare neanche un dato previsionale sulle immissioni in ruolo. Per la FLC invece, lo abbiamo dimostrato conti alla mano, ci sono già ora le condizioni per stabilizzare da subito centomila precari combinando posti liberi in organico di diritto, di fatto, spezzoni e turn over.
Università e Ricerca (artt. 1 e 9)
Credito di imposta per la ricerca scientifica. Viene istituito, in via sperimentale (per gli anni 2011 e 2012), un credito di imposta a favore delle imprese chefinanziano progetti di ricerca in Università o enti di ricerca;
Contratti di programma per la ricerca. È prevista la possibilità per il MIUR di stipulare contratti di programma per la ricerca con soggetti pubblici e privati. La recente esperienza degli accordi di programma stipulati dal MIUR con Università ed Enti Locali hanno messo in luce mancanza di trasparenza e totale carenza nella valutazione del raggiungimento degli obiettivi prefissati dagli accordi stessi.
Fondazione. Istituita una fondazione per il merito. Serve a realizzare gli obiettivi di cui all'art. 4 della Legge 240/2010 (riforma università).
Il nostro giudizio
Le Università e gli enti di ricerca continuano ad essere penalizzati. Nessun provvedimento per i precari e assunzioni ancora bloccate. Non si possono neanche spendere i soldi che sono in bilancio a causa dei vincoli imposti dalle precedenti finanziarie.
Il decreto che dovrebbe consentire le assunzioni sul turn over 2009 negli enti di ricerca viene ancora rinviato così come per le università il decreto previsto dalla legge 240 che dovrebbe ricalcolare il rapporto tra assegni fissi e spese per il personale. La promessa di restituire agli enti una parte del fondi tagliati viene ancora disattesa.
Il credito d'imposta generalizzato non serve a sollecitare la vera domanda di innovazione. Meglio sarebbe stato un sistema di vantaggio fiscale che puntasse a premiare i progetti delle imprese finalizzati a cambiare la struttura produttiva rivolgendosi a nuovi prodotti e nuove tecnologie. Un modello di sgravio generalizzato diventa solo un finanziamento indiretto all'impresa mentre enti ed università sono al collasso. Basta saperlo.
Anche in passato ci sono stati interventi legislativi che hanno consentito alle imprese che investivano in progetti di ricerca ed innovazione di usufruire di crediti d'imposta. È una misura di per sé condivisibile, ma, calata in un contesto di tagli indiscriminati, rappresenta una goccia nel mare e non inverte la tendenza in atto.
Il decreto recepisce in pieno l'impianto della legge 240/2010 e la filosofia che sovrintende a tutta la politica governativa sul diritto allo studio.
Istituire una ennesima Fondazione, a vigilanza stretta da parte del Ministero dell'Economia, non è certo la scelta più utile per dare sostegno al sistema universitario, riconoscere il merito e rafforzare il diritto allo studio.
Gravissima la misura che stanzia soldi pubblici, 10 milioni di euro solo per il 2011, per la fondazione. A partire dal 2012 la fondazione beneficerà, per il suo funzionamento, di un milione di euro l'anno. Tutto questo mentre si continua a tagliare l'offerta formativa e il fondo ordinario alle università. Due pesi e due misure.