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Contratto di Ricerca: approvata la sequenza contrattuale sulla nuova figura preruolo della ricerca
Il Consiglio dei Ministri approva la sequenza contrattuale: ora si faccia presto per la firma definitiva e per l’avvio dei contratti
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È stata approvata oggi (7 febbraio 2025, ndr) dal Consiglio dei ministri la sequenza contrattuale del CCNL Istruzione e Ricerca, sottoscritta come ipotesi tra le organizzazioni sindacali e l’Aran il 9 ottobre 2024, relativa al Contratto di Ricerca. Ricordiamo che questa figura introdotta dalle Legge 79 del 2022 deve essere l’unica forma di contratto legata ai progetti di ricerca per l’Università, gli Enti di ricerca e per l’Afam così come definito anche dagli accordi europei legati ai finanziamenti del PNRR. Commento di Gianna Fracassi.
I tentativi di affossare la nascita di questo contratto, che prevede alcune elementari regole di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, sono stati molteplici e purtroppo non sono ancora terminati.
Come sostenuto durante la trattativa ritenevamo che in fase negoziale si potessero fare ulteriori passi in avanti rispetto alla rigida interpretazione della legge sulla definizione di un più preciso quadro di diritti e doveri dei contrattisti. Abbiamo, dopo due anni di negoziato, ritenuto di sottoscrivere l’ipotesi contrattuale per consentire la partenza di tale percorso alla luce anche del definitivo accantonamento dell’assegno di ricerca vero strumento di precarizzazione e sfruttamento per i ricercatori di questo paese.
Nella fase di contrattazione si è, rispetto all’ipotesi iniziale, definita una differenziazione della retribuzione in funzione dell’impegno richiesto e l’esplicitazione che sono fatte salve le norme specifiche per alcuni settori, in particolare per gli EPR, data la natura di contratto a tempo determinato, l’articolo 12 bis del DLgs 218/2016.
Nei prossimi giorni ci aspettiamo la convocazione per la sottoscrizione definitiva e la partenza del confronto nelle università e negli enti sui regolamenti attuativi.
Abbiamo già manifestato che assieme alla partenza di questa figura è necessario il ritiro del Disegno di Legge di iniziativa ministeriale 1240 su cui abbiamo dato un giudizio fortemente negativo e sollecitato la commissione europea rispetto ad una violazione degli accordi legati al PNRR.
Desta sorpresa, l’ennesima, la posizione della Ministra Bernini che rivendicando l’avvio del contratto di ricerca auspica di fatto il suo fallimento evidenziando la necessità di altri e ulteriori tipologie di rapporto di lavoro per garantire flessibilità e per perpetuare l’insopportabile flagello del precariato senza tutele e diritti.
Noi riteniamo che la piaga del precariato della ricerca si superi con investimenti certi, duraturi, stabili e consistenti come negli altri paesi europei. Per questo rispetto al precariato dell’università abbiamo avanzato la proposta di un nuovo piano straordinario per allargare gli organi e stabilizzare i precari che rafforza il sistema pubblico universitario salvaguardando il futuro delle persone che da troppi anni prestano il loro lavoro in uno stato di sfruttamento.