Contro il nucleare e la privatizzazione dell'acqua
Una nuova idea di governo della res publica. Il 12 e 13 giugno 2011 italiani alle urne. Quattro SI per far vincere i diritti.
Articolo di Francesco Sinopoli, segreteria nazionale FLC CGIL, pubblicato su il giornale della effelleci n. 3 di maggio 2011.
Ribelliamoci a questo ennesimo oltraggio. Impegniamoci ancora di più nella campagna referendaria per riaffermare i nostri diritti. Questo è compito di ogni cittadino che ha a cuore la persona, la vita e il futuro.
Il valore della vita umana
L'idea che non tutto sia definibile come merce non ha mai avuto grande popolarità tra le culture politiche del '900 e non solo tra quelle liberali. Pensiamo al lavoro, ad esempio, che nella grande mistificazione delle codificazioni borghesi post illuministiche veniva presentato come un bene scambiabile al pari di altri, ma che anche per Marx rappresentava - seppur per ragioni diverse – senza dubbio alcuno, una merce.
La persona e quindi la vita umana sono state, invece, al centro delle grandi battaglie del movimento operaio che ha cercato, e cerca tutt'ora, di emancipare proprio da quella mercificazione le lavoratrici e i lavoratori.
Di riscattarli affermando proprio la loro dignità del lavoro che è appunto una parte della nostra vita. La storia del sindacato infatti non è solo quella di una lotta per fissare il miglior tariffario della forza lavoro, come del resto emerge con chiarezza dalla nostra Costituzione (in particolare dagli articoli 1, 3, 41 e 46).
Anche per questa ragione siamo protagonisti nella grande battaglia referendaria per l'acqua e contro il nucleare.
La privatizzazione dell'acqua
Fallimentare è stata l'esperienza delle privatizzazioni dell'inizio degli anni '90. Essa ha portato a una frettolosa svendita di un imponente patrimonio pubblico costruito nei decenni attraverso lo sforzo collettivo della fiscalità generale. Oggi è culminata con la massiccia campagna per privatizzare l'acqua.
L'idea che il mercato potesse sostituirsi a un pubblico spesso corrotto e inefficiente è divenuto un mantra utile a lavare le coscienze della politica e ad alimentare potenti lobbies.
Anziché impegnarci in un governo trasparente e responsabile della cosa pubblica, ad iniziare dal bene primario dell'acqua, ne abbiamo consacrato il fallimento affidandoci alla cura del mercato. Peccato la cura sia peggiore del male.
Nucleare, investimento rischioso e antieconomico
Per quanto riguarda il nucleare si tratta di un investimento palesemente antieconomico e dai rischi altissimi, come dimostra il drammatico incidente ancora in corso in Giappone.
Davvero pensiamo che il prezzo per far ripartire l'economia nel nostro paese è iniziare a costruire ora centrali nucleari che vedremo tra 20 anni?
È arrivato il momento di affermare con il nostro voto un'altra idea di governo della cosa pubblica. Un'idea che ha iniziato a prendere piede proprio sulla scorta del fallimento del mercato quando gli si affidano beni che implicano il coinvolgimento della vita umana e che inizia ad avere anche possibili traduzioni concrete come testimonia disegno di legge Rodotà di riforma dei beni comuni.
Del resto la difesa della scuola, dell'università e degli enti di ricerca e, più in generale, l'accesso alla conoscenza rappresentano un altro aspetto della stessa battaglia come hanno ben capito le migliaia e migliaia di studenti e lavoratori che hanno preso parte ai movimenti degli ultimi tre anni.
Il nostro impegno in questa campagna referendaria dovrà essere, dopo il vergognoso tentativo messo in atto dal governo, ancora più forte. L'annunciato e poi smentito ritiro del programma nucleare ha solo questo obiettivo.
Il tentativo del governo di sabotare la riuscita della consultazione punta diritto a tutelare ancora una volta gli interessi del premier.