È lavoro #nonèunhobby! Presidio e azione di assegnisti di ricerca, dottorandi e borsisti
Dopo il presidio una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal Ministero.
Ieri, giovedì 28 maggio 2015, si è svolto davanti al Ministero del Lavoro il presidio lanciato nei giorni scorsi a seguito della petizione #perchènoino promossa dalla FLC CGIL e dall'ADI, con cui gli assegnisti di ricerca, i dottorandi e i borsisti hanno rivendicato il loro diritto all’indennità di disoccupazione DIS-COLL. Durante il presidio sono state ribaltate in chiave ironica le gravi dichiarazioni del Ministro Poletti (cui abbiamo risposto qui), che aveva motivato l'esclusione di questi soggetti alla DIS-COLL affermando che il loro "non è vero e proprio lavoro". In piazza c'era chi faceva puzzle, chi la settimana enigmistica, chi giocava a pallone e perfino chi lavorava a maglia: giusto per rappresentare al Ministro l'esatta differenza tra fare un lavoro e avere un hobby.
A tutto questo si è accompagnata la consegna simbolica al Ministero delle prime 7500 firme della petizione #perchénoino: in pochi giorni migliaia di persone hanno sottoscritto la richiesta di riconoscimento dell'indennità di disoccupazione DIS-COLL ad assegnisti di ricerca, dottorandi e borsisti: circa 60.000 soggetti che sorreggono, col loro lavoro, l'attività di ricerca e spesso anche didattica di Università ed Enti di Ricerca, strangolati dal definanziamento e dal blocco del turn over.
Una delegazione di manifestanti è stata poi ricevuta dal Dott. Ugo Menziani, Direttore Generale dell'Ufficio Ammortizzatori Sociali, al quale sono state poste le istanze alla base dell'iniziativa di mobilitazione. In primo luogo quelle di riconoscimento di diritti e protezione sociale per le categorie in questione; più in generale il tema della precarietà nell'Università e nella Ricerca dove dilagano figure contrattuali iper-precarie escluse da ogni forma di protezione sociale, peraltro in quadro complessivo di welfare che non prevede strumenti universalistici di sostegno al reddito come un reddito minimo garantito; infine il tema della mancata corrispondenza tra oneri contributivi e benefici goduti in termini di prestazioni sociali e (in prospettiva) previdenziali per coloro che versano alla Gestione separata INPS. Il Direttore generale, dopo aver ascoltato le argomentazioni a sostegno dell'estensione dell'indennità di disoccupazione, ha sollecitato un confronto sugli aspetti tecnico-giuridici relativi alle diverse tipologie contrattuali e sollevato il tema della sostenibilità economica dell'allargamento della platea di beneficiari. Lo stesso Direttore Generale ha però manifestato l'intenzione del Ministero di affrontare la questione. Non si è espresso in merito ai possibili esiti.
L'apertura di un canale di comunicazione con il Ministero è da noi valutata positivamente e nei prossimi giorni invieremo un interpello formale al Ministero per specificare la ratio dell'estensione della DIS-COLL alle figure in questione. Tuttavia è necessario portare il tema all'attenzione generale di tutto il Paese. Si tratta di una questione emblematica delle contraddizioni del Governo che costruisce la sua retorica sull'innovazione e sulla valorizzazione dei giovani, ma produce discriminazioni ed esclusioni. La discriminazione dei precari dell'Università e della Ricerca è per noi oggetto di una vertenza che è appena cominciata e che intendiamo portare avanti nei prossimi mesi promuovendo ulteriori iniziative.