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Istruzione degli adulti: illustrato ai sindacati lo schema di regolamento

Un testo deludente che non dà risposte alle domande della società in questo momento di grave crisi. Il testo sarà oggetto della seconda lettura in Consiglio dei Ministri.

02/08/2012
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Il 2 agosto 2012 si è svolto un incontro informativo al MIUR nel corso del quale è stato illustrato lo Schema di regolamento per la ridefinizione dell'assetto organizzativo e didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali che entro agosto passerà in seconda lettura al Consiglio dei Ministri per la successiva emanazione.

 Il testo presenta notevoli criticità.

La prima, la più eclatante, è la scelta di istituire una nuova autonomia scolastica senza investire un centesimo, anzi rilanciando gli obiettivi di risparmio dell'art. 64 del DL n. 112 del 2008.

Viene poi confermato che i percorsi di Istruzione degli adulti sono preclusi a coloro che sono già in possesso di un titolo di studio e ciò costituisce una contraddizione palese con la logica del longlife learning, tanto più pressante nell'attuale situazione economica e sociale in cui il rientro in formazione è passaggio cruciale per il rientro nel mondo del lavoro.

È previsto invece che si possa accedere ai CPIA già a 15 anni. Insomma, i ragazzi che non hanno avuto un buon rapporto con la scuola del mattino vengono promossi adulti sul campo e inviati nei CPIA, già a 15 anni, sulla base di accordi tra Regioni e USR. Tra questa scelta e l'effettività/efficacia  di un qualsiasi Piano Formativo Individuale ci passa un oceano il cui attraversamento viene lasciato tutto sulle spalle delle istituzioni scolastiche (senza risorse e senza che nell'assetto organizzativo e didattico sia previsto alcunché di specificamente dedicato a questi ragazzi!).

Nella bozza troviamo un qualche, ma insufficiente, riconoscimento dei percorsi di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana, per la realizzazione dei quali le 400 ore previste per la  realizzazione dei percorsi di primo livello possono essere implementate fino ad un massimo di ulteriori 200 ore. Implementazione possibile anche in caso di assenza della certificazione conclusiva della scuola primaria, ma si tratta veramente di un numero di ore troppo esiguo in rapporto allo scopo.

Importante che nella serie storica degli scrutinati - che ricordiamo essere elemento dirimente  per la determinazione degli organici - venga   considerato  anche il numero di coloro che hanno tentato il conseguimento del livello di conoscenza A2 della lingua italiana. Ma nulla si dice nella bozza a proposito dei test di lingua per il conseguimento del permesso di soggiorno a punti. I test sono stati correttamente posti in capo ai CTP, ma senza prevedere alcun aumento di organico. Se si tiene conto della platea potenzialmente interessata, ciò potrebbe riversare sui CTP un onere difficilmente sostenibile; tanto più se si considera che si sta evidenziando una  tendenza, comprensibile, ad una riduzione degli accessi ai corsi di italiano poiché molti lavoratori immigrati preferiscono cercare di superare direttamente il test.

Netta la distinzione tra Centri per l'istruzione degli adulti e corsi serali.

Ai Centri sono affidati i percorsi di I livello per il conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo (ex licenza media); l'alfabetizzazione in lingua italiana per stranieri; il conseguimento della certificazione attestante l'acquisizione delle competenze connesse all'adempimento dell'obbligo di istruzione

Alle istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica sono affidati i percorsi di II livello, ovvero i corsi serali per Diploma di istituti tecnici, Professionali, Liceo Artistico.

I Centri, nel quadro di specifici accordi di rete con le istituzioni scolastiche interessate, costituiranno commissioni per la definizione del “Patto formativo individuale”.

Nel testo non si riscontra un'attenzione specifica alla scuola in carcere che sarebbe invece necessaria anche per quel che riguarda gli assetti organizzativi e didattici.

L'attuazione del nuovo assetto organizzativo e didattico sarà graduale: per l'anno 2012-2013 si realizza attraverso “progetti assistiti a livello nazionale”; sempre dall'a.s. 2012-2013 il regolamento si applicherà alle classi prime, seconde e terze dei corsi serali; tutti i Centri territoriali per l'educazione degli adulti e i corsi serali di cui all'ordinamento previgente cessano di funzionare il 31 agosto 2015.

Il passaggio al nuovo ordinamento sarà definito da linee guida. A tale elaborazione vengono affidati aspetti di cruciale importanza quali: l'articolazione del monte ore complessivo (quadri orari), il riconoscimento dei crediti comunque acquisiti, la personalizzazione del percorso di studio, la fruizione a distanza di una parte del percorso previsto, le attività di accoglienza e orientamento finalizzate alla definizione del “Patto formativo individuale”.

Cocente la delusione: il testo si discosta notevolmente dalle attese e definisce per la scuola pubblica un ruolo gravemente riduttivo rispetto al bisogno di istruzione degli adulti e rispetto alla necessità di porre rimedio in tempi brevi alla grave carenza rappresentata dall'assenza di un sistema integrato di educazione degli adulti in questo paese. E ciò nonostante che il “decreto Fornero” sulla riforma del mercato del lavoro proprio a questo tema dedichi articoli ed affermazioni importanti.

La posizione espressa dalla FLC CGIL, che peraltro è apparsa ampiamente condivisa, ha chiesto con determinazione che sia le sperimentazioni, o “progetti assistiti” (numero, criteri di distribuzione sul territorio ecc), sia le Linee guida, sia i diversi provvedimenti attuativi (per la determinazione degli organici, per la valutazione e la certificazione ecc) diventino oggetto di uno stringente confronto con le Organizzazazioni sindacali.