L'esodo dei giovani ricercatori italiani. Il 4 dicembre a Roma un'iniziativa della FLC CGIL
Presentazione dati di "Ricercarsi", indagine sul precariato universitario e rilancio delle nostre proposte.
L'emergenza università sarà al centro dell'iniziativa promossa dalla FLC CGIL per giovedì 4 dicembre 2014 alle ore 12.00 presso la Sala Nassiriya di Palazzo Madama in Piazza Madama 1. Durante l'incontro verranno presentati i dati di "Ricercarsi", indagine sui percorsi di lavoro e di vita nel precariato universitario e presentate le proposte della FLC CGIL per affrontare l'esodo di giovani ricercatori dai nostri atenei.
Negli ultimi 10 anni su 100 ricercatori precari l'Università ne ha espulsi più di 93. Dati che rischiano di impallidire al confronto di quanto si preannuncia per gli anni a venire: sono ormai imminenti le scadenze di migliaia di assegni di ricerca causa delle assurde norme della legge 240/10. Nessuna opportunità viene proposta a questi giovani ricercatori. Non ci sono posti per ricercatore a tempo determinato, la docenza è chiusa, il nostro sistema produttivo è in crisi e non assorbe manodopera di grande qualificazione. Lo stesso problema si porrà il prossimo anno per i contratti da ricercatore a tempo determinato per cui arriveranno a scadenza i 5 anni previsti sempre dalla legge Gelmini e le prospettive di ingresso stabile nell'Università sono altrettanto fosche.
Anche negli Enti Pubblici di Ricerca si pone il problema della scadenza degli assegni, rispetto alla quale la FLC CGIL ha già avviato un percorso rivendicativo per la stabilizzazione e il riconoscimento dei diritti con una piattaforma specifica.
L'emergenza Università non nasce oggi, ma da anni di continui definanziamenti, riforme vergogna, processi di precarizzazione. Il risultato è quello di un'istituzione in profonda sofferenza: che chiude corsi; introduce il numero chiuso per insufficienza di docenti; espelle i giovani ricercatori. La legge di stabilità 2015 continua l'opera di definanziamento e precarizzazione. I pochi fondi stanziati, che non coprono nemmeno il taglio di 170 milioni già previsto, sono diretti alla quota premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario e si introduce un nuovo taglio mascherato da riduzione delle spese per acquisti di beni e servizi. Non solo. La legge di stabilità elimina il vincolo di attivazione di un ricercatore a tempo determinato di tipo B (l'unico con prospettiva di stabilizzazione) a fronte dell’assunzione di un nuovo ordinario favorendo la proliferazioni di contratti instabili. E ancora: il blocco del reclutamento, confermato, provocherà un'ulteriore emorragia di giovani ricercatori.
L'urgenza e l'emergenza dei temi impongono un intervento immediato da parte del Governo e del Parlamento. Si tratta di invertire la rotta: investire risorse e riformare il reclutamento abolendo la follia del dell'assegno di ricerca: un contratto senza diritti e tutele fondamentali e delineando un'unica figura preruolo. È necessario inoltre approntare risposte qui ed ora per coloro i cui assegni arriveranno a scadenza, con il superamento, in via transitoria, del limite temporale dei 4 anni per gli assegni di ricerca e quello dei 5 anni per i ricercatori a tempo determinato di tipo A.
A Deputati e Senatori chiediamo di farsi carico del destino di decine di migliaia di giovani ricercatori, e, contemporaneamente delle chances di sviluppo del nostro paese. Per questo invitiamo i parlamentari di ogni schieramento politico ad intervenire nell'iniziativa.