Epifani: dal Presidente della Repubblica messaggio di fiducia sul futuro
"Un mese e mezzo per capire se il governo vuole fare sul serio".
Ammortizzatori sociali, investimenti, prelievo fiscale sono le emergenze del nuovo anno. Giusti i richiami alla Costituzione. Sono questi i temi affrontati da Guglielmo Epifani, Segretario Generale della CGIL, in un'intervista al quotidiano La Repubblica.
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"E' un messaggio di altissimo profilo, per efficacia, chiarezza e contenuti. Forse tra i migliori che si ricordino". Guglielmo Epifani, leader della CGIL, plaude alle parole di Napolitano e alla sua capacità di "cogliere i problemi reali delle persone e del paese". Ora spetta al governo e alla classe politica recepire il messaggio ed il segretario della Cgil incalza: "Un mese e mezzo, non di più per capire se il governo sul terreno sociale e sulle riforme istituzionali è intenzionato a fare sul serio. Non c'è più molto tempo".
Segretario Epifani, che cosa l'ha colpita di più nel messaggio di fine anno del Quirinale?
"Il messaggio conferma la grande autorevolezza del presidente della Repubblica che riesce ad esprimere davvero un grande raccordo con la condizione del paese: nelle sue parole ci sono equilibrio e misura. Giustamente è stato un messaggio di fiducia sul futuro: è la cosa che più condivido, abbiamo evitato il peggio ma c'è molto da fare per uscire veramente dalla crisi".
Napolitano dice che il principale rischio del 2010 è l'occupazione.
"Il Capo dello Stato invia il messaggio giusto: possiamo farcela ma, per quanto riguarda l'occupazione, il 2010 sarà l'anno più pesante. Si vedrà nelle prossime settimane, sia dalle vertenze aperte che da quelle che sembravano già risolte, quanto potrà aggravarsi la situazione".
Quali sono le priorità che il sindacato pone sul tavolo per affrontare l'emergenza del nuovo anno?
"Primo. C'è da fare di più sugli ammortizzatori: l'indennità di disoccupazione dura troppo poco, inoltre deve aumentare il valore dell'assegno di cassa integrazione perché con 700 euro al mese non si vive, infine va affrontata la questione dei precari perché quello che è stato fatto fino ad oggi è quasi niente. Il secondo punto riguarda gli investimenti: vanno stimolati a breve. Il terzo il prelievo fiscale sui lavoratori dipendenti e pensionati che aumenta attraverso il fiscal drag: anche nel 2009 quando il prezzi non sono cresciuti quasi la metà dell'aumento della dinamica salariale se ne è andato al fisco".
Una parola nuova, stando almeno al dibattito corrente, che è entrata nel messaggio di Napolitano è 'disuguaglianza'. Soddisfatto?
"Certamente. Napolitano non ha sottaciuto il principale problema e cioè che in Italia le diseguaglianze stanno aumentando e che siamo uno dei paesi europei dove sono davvero molto forti. E' un tema di cui non si parla mai ma è un tema vero: la diseguaglianza è fonte di divisioni e chiusure, di mancanza di coesione nazionale. Così come, con coraggio, Napolitano ha sottolineato che le retribuzioni italiane sono tra le più basse in Europa, aggiungendo che c'è uno straordinario peso fiscale sul lavoro dipendente fino a postulare una riforma con la quale si trasferisca altrove un carico fiscale che oggi grava sulle buste paga dei lavoratori. Giusti i richiami al Sud, dove il governo ha fatto poco o niente e l'attenzione doverosa alle piccole imprese".
E gli altri aspetti toccati da Napolitano?
"Mi sembrano particolarmente giusti gli accenni al razzismo: una denuncia netta e chi ha orecchie per intendere ascolti. L'altro aspetto riguarda la condizione delle carceri italiane: sovraffollate, invivibili e segnate da molti suicidi. Infine il tema delle riforme istituzionali: un appello assai condivisibile. Non si tocchi la prima parte della Costituzione e si facciano con il maggior equilibrio possibile tra i poteri fondamentali".
Governo e mondo politico saranno in grado di recepire il messaggio?
"Come sempre le reazioni della prima ora sono tutte concordi e favorevoli, ma saranno i prossimi 50 giorni decisivi per capire se la maggioranza farà di più sul terreno sociale e farà sul serio sulle riforme istituzionali. Oppure sono altri i veri disegni".