Formazione e lavoro: le promesse dei programmi elettorali
Investimenti, finanziamenti, diritti… sono solo parole? Lo verificheremo con i partiti del centro-sinistra nell'incontro in programma a Roma il 14 febbraio.
A pochi giorni dalle elezioni sembra chiaro, dai programmi dei partiti, che la formazione delle giovani generazioni è una priorità di cui tutti promettono di farsi carico. Che sia al primo posto del programma o all'ultimo, tutti dichiarano che si debba puntare su scuola, università e ricerca per ripartire con il piede giusto. Più o meno tutti i partiti, nell'ambito di un discorso sull'universalità dei saperi, utilizzano la parola "investimenti", ma anche trasparenza e meritocrazia. C'è da dire, però, che molti di loro non si sono mai fatti carico realmente di queste problematiche, soprattutto chi ha governato negli ultimi anni.
Analizzando e confrontando i programmi elettorali, ci sembra che uno dei punti più problematici sia proprio la definizione di cosa, esattamente, si vuole cambiare: in cosa realmente si vuole investire e in che modo si intende farlo. Diventa ancora più difficile capirlo, poi, se molti non argomentano nemmeno il proprio programma limitandosi ad un'elencazione poco esaustiva delle proposte di cambiamento, che lascia fin troppo all'immaginazione. "Riformare la scuola", "Finanziare il diritto allo studio" non sono proposte. Una serie di punti elenco, poco o per nulla approfonditi, non possono probabilmente essere realmente propositivi.
Programmi elettorali a confronto
Il partito che dà maggiore spazio e rilevanza ai settori della conoscenza è Sinistra Ecologia e Libertà che nel suo programma mette al primo punto il lavoro perché "non si può uscire dalla crisi senza investire nella qualità in questo settore". Propone per questo un "piano verde" che crei un'occupazione qualificata combattendo la precarietà durante il lavoro, l'abrogazione dell'art. 8 della legge 138/11 e il ripristino dell'art. 18 e l'estensione dei diritti fondamentali a tutti i rapporti di lavoro, (auspicando una legge quadro per la democrazia sindacale). Ma anche chi esce dal lavoro va difeso attraverso, per esempio, l'estensione universale degli ammortizzatori sociali. Altri temi scottanti che il partito promette di affrontare riguardano gli esodati, ai quali propone di applicare le condizioni previdenziali esistenti al momento dell'uscita dal lavoro, e l'introduzione del reddito minimo garantito di 600 euro per consentire alle ragazze e ai ragazzi l'autonomia e la libertà di sottrarsi al ricatto della precarietà.
Sinistra Ecologia e Libertà stende un piano molto dettagliato su scuola, università e ricerca, proponendo innanzitutto l'equiparazione delle risorse e degli investimenti per l'istruzione italiana a quelli della media europea: una scuola con un tempo pieno garantito a tutti, una scuola autonoma con Organi collegiali democratici e aperti, una scuola con nuovi insegnanti. Propone per questo un piano pluriennale di immissione in ruolo dei precari, fino ad esaurimento delle graduatorie e nuove regole certe di reclutamento, e inoltre il diritto allo studio: mobilità gratuita per gli studenti e deducibilità delle spese per la scuola, finanziamento alle borse di studio per i dottorandi e diritto alle residenze studentesche. Sel propone inoltre l'emanazione di un testo unico su università e ricerca, per fare ordine nel confuso quadro normativo attuale e modificare gli aspetti più deleteri delle ultime controriforme.
"Cuore del nostro progetto è la dignità del lavoratore da rimettere al centro della democrazia, in Italia e in Europa", e in effetti si parla molto di lavoro e di dignità nel programma dell'Italia giusta del Partito Democratico. Proposte di cambiamento: riforma del sistema fiscale attingendo ai grandi patrimoni finanziari e immobiliari. La difesa della dignità del lavoratore e la lotta alle disuguaglianze si possono realizzare proprio a partire dai saperi, continua il programma di Bersani: l'obiettivo del partito sarà quello di investire sul grado di preparazione degli studenti e sul raggiungimento degli obiettivi formativi. Per questo, nella prossima legislatura, appare assolutamente necessario spostare le risorse sul diritto allo studio, con un programma nazionale per il merito che affianchi gli interventi regionali estendendoli anche agli alloggi e con un piano straordinario contro la dispersione scolastica, soprattutto nelle zone a più forte infiltrazione criminale.
Precarietà e diritto al lavoro, termini molto presenti anche nel programma di Rivoluzione Civile, problematiche da combattere con il contratto collettivo nazionale, il ritorno all'art. 18 e una legge sulla rappresentanza e la democrazia sui luoghi di lavoro. Anche in questo programma si propone un reddito minimo per le disoccupate e i disoccupati. Affermando il valore universale della scuola, dell'università e della ricerca pubbliche, la lista di Ingroia propone una conoscenza e una cultura libera il cui accesso sia garantito a tutti.
Il ritorno alla Legge Biagi per uno "Statuto dei Lavori" e la valorizzazione delle libere professioni, sono due dei punti sulle proposte per la scuola e l'università al centro del programma del Popolo delle Libertà, un programma che però appare subito troppo schematizzato e poco concreto nelle argomentazioni. Tra gli obiettivi in merito alla conoscenza il raddoppio della detassazione degli utili reinvestiti in ricerca, il credito di imposta automatico sugli investimenti relativi all'innovazione di prodotti, processi e organizzazione, la piena implementazione del Fondo per la concessione di un credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo istituito con l'ultima legge di stabilità, con particolare riferimento alle PMI. Tutti obiettivi non sviluppati, come per il resto delle tematiche del programma.
Stesso discorso vale per il programma di Grillo e il suo Movimento 5 stelle: si parla di investimenti, nella ricerca universitaria, nell'agenda digitale, nella gratuità del sapere. Molti obiettivi del Movimento interessano Internet e le nuove tecnologie: si parla della diffusione obbligatoria della rete nelle scuole con l'accesso per gli studenti, la graduale abolizione dei libri di scuola stampati e la loro gratuità, l'insegnamento a distanza. Ma anche l'abolizione della legge Gelmini, l'insegnamento obbligatorio della lingua inglese già dall'asilo e un adeguato sviluppo delle strutture di accoglienza degli studenti e che sia favorito l'insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri.
Punta molto sull'importanza dell'orientamento il programma di Scelta civica di Monti, che propone un miglior servizio di orientamento agli studenti per combattere soprattutto il tasso troppo alto di abbandono scolastico e migliorare il dialogo tra imprese e studenti. Il modello organizzativo deve essere cambiato e deve puntare su autonomia e responsabilità, completando il sistema di valutazione centrato su INVALSI e INDIRE basato su indici oggettivi di performance, e incentivando dirigenti scolastici e insegnanti attraverso, ad esempio, un premio economico annuale agli insegnanti che hanno raggiunto i migliori risultati. Il programma prevede anche un Piano di investimenti in capitale umano come priorità per i prossimi 5 anni.
Investimenti, finanziamenti, diritti. Parole molto usate in tutti i programmi, parole "calde", parole che speriamo il prossimo governo voglia trasformare in fatti.