Decreto Milleproroghe: pensioni, presidio unitario a Roma il 9 febbraio
In discussione al Senato anche gli emendamenti alla riforma del sistema pensionistico della Ministra Fornero fortemente sostenuti dalla CGIL e dalla FLC CGIL. L'iniziativa del sindacato per protestare contro una riforma inaccettabile.
La FLC CGIL è in campo per denunciare la forte iniquità della riforma del sistema pubblico del governo Monti: le lavoratrici e i lavoratori dei comparti della conoscenza si sono visti innalzare bruscamente i requisiti di accesso alla pensione e mandare in frantumi i progetti di vita delle persone.
Contestualmente, la riforma blocca il turn over impendo l'accesso al lavoro alle nuove generazioni che vedono ulteriormente peggiorare il loro futuro pensionistico.
La CGIL insieme a CISL e UIL ha presentato proposte di emendamenti da inserire nel decreto mille proroghe al fine di cambiare le conseguenze di una riforma che colpisce contemporaneamente le vecchie e le nuove generazioni.
Al fine di sostenere le proposte di emendamenti la CGIL e la FLC saranno presenti con un presidio unitario giovedì 9 febbraio in piazza del Pantheon, a Roma dalle ore 14.30. Chiediamo una grande partecipazione per sostenere e dare voce alla protesta, insieme alla segretaria generale della CGIL Susanna Camusso che sarà presente al presidio.
Nel merito degli emendamenti si sottolinea la necessità
- di non eliminare seccamente l'accesso alla pensione con le quote, ma di introdurre una maggiore gradualità
- di eliminare i 42 anni e 1 mese di contribuzione per gli uomini e equipararli al requisito previsto per le donne
- di eliminare per uomini e donne le penalizzazioni legate all'età anagrafica
- di estendere il 15 bis dell'articolo 24 anche per i lavoratori del pubblico impiego
- di estendere, per i lavoratori della scuola e dell'AFAM, i diritti acquisiti alla data del 31 dicembre 2011 alla data del 31 agosto 2012, in quanto sono gli unici lavoratori che per accedere al diritto pensionistico debbono utilizzare la "finestra" (1 settembre per la scuola, 1 novembre per l'AFAM)
- di rivedere la norma che prevede per i lavoratori assunti dal 1 gennaio 1996 e che sono in contributivo, la possibilità di andare in pensione di vecchiaia con 20 anni di contribuzione, solo se l'assegno pensionistico corrisponde ad una somma di denaro non inferiore ad una volta e mezzo l'assegno sociale rivalutato con il PIL quinquennale.
La revisione di questa ultima norma sarebbe di gran vantaggio per chi entra tardi al lavoro, soprattutto per le donne, spesso meno pagate degli uomini, con percorsi lavorativi interrotti anche dal ruolo che svolgono per la cura familiare, perché garantirebbe loro una pensione dignitosa.