Pensioni: una riforma strutturale che cambia le regole. Le tabelle con i nuovi requisiti
Doveva essere una manovra per il rigore e la crescita: è rimasto solo il rigore a carico dei soliti noti.
La riforma delle pensioni, elemento portante del decreto “Salva Italia” del governo Monti, interviene in tempi ristretti sull'aspettativa dei lavoratori di veder esigibile il diritto al pensionamento così come configurato nella legislazione vigente. Nello stesso tempo non procura rimedi per le pensioni dei giovani, spesso precari o disoccupati, anzi rischia di rendere più difficile il conseguimento di una pensione dignitosa. Già da ora con il sistema contributivo non sarà possibile avere dopo 40 anni di lavoro (ma chi li potrà raggiungere!) una pensione che corrisponda alla metà dello stipendio. In allegato una scheda di approfondimento e le tabelle con i nuovi requisiti per l'accesso alla pensione.
Peccato che le 100.000 pensioni erogate in meno nel 2011 non si siano tramutate in posti di lavoro!
Aumento dell'età di uscita dal lavoro e costante adeguamento della misura della pensione all'aspettativa di vita, vanno nella direzione opposta a quella equità annunciata dal Governo.
La manovra, inoltre, introduce elementi di disparità tra lavoratori del pubblico e del privato e tra lavoratori di classi di età diverse che pur a parità di percorsi lavorativi avranno trattamenti diversificati.
Come ha detto Susanna Camusso, la partita non è chiusa!
La CGIL e la FLC CGIL attiveranno forti iniziative di mobilitazione e richieste volte a modificare l'iniqua manovra.