Che cosa è "L'intesa per un'azione pubblica a sostegno della conoscenza"? Il testo dell'Intesa e il nostro commento analitico
Memorandum conoscenza. Gli obiettivi dell'Intesa sottoscritta, il suo valore, il percorso seguito, le ragioni, i punti più rilevanti comuni al mondo della conoscenza, le necessarie responsabilità e coerenze del Governo sul DPEF per il 2008 e sulla Legge Finanziaria: basta tagli, ora gli investimenti!
Schede della FLC Cgil sui contenuti dell'Intesa
Che cosa è “L’intesa per un’azione pubblica a sostegno della conoscenza" sottoscritta il 27 giugno fra Governo e organizzazioni sindacali?
Si tratta di un programma per l’intera legislatura che impegna il Governo ed i sindacati firmatari ad assumere la conoscenza come elemento strategico per lo sviluppo del Paese ed a mettere in atto le iniziative concrete che sono necessarie per attuare tale scelta che è fondamentale per un modello di società più consapevole, più democratica, più equa e più competitiva.
Per la FLC e per tutta la CGIL la firma dell’Intesa era un obiettivo di grande rilevanza per rendere possibile una effettiva verifica dell’impegno assunto sulla conoscenza da parte del Governo che i diversi atti legislativi ed operativi dovranno, poi, concretizzare.
Ma per la FLC è anche fondamentale vedere riconosciuta in modo unitario la valenza strategica della conoscenza e, quindi, di tutti i settori che la compongono e che noi rappresentiamo. E’ una scelta, come ha detto Epifani al momento della firma, moderna e all’altezza dei problemi che abbiamo davanti.
Molto significativo che si sia riusciti a giungere a questa firma prima della presentazione del DPEF, da cui deriverà la prossima finanziaria, che deve segnare un netto passo avanti nella politica di sviluppo compatibile, equo e di qualità per il nostro paese.
Per raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissi abbiamo operato perché il Governo superasse ogni sua divisione e si presentasse con una sua proposta,condivisa da tutti i Ministri e, quindi, con una sola voce, e che si arrivasse ad un accordo con le organizzazioni sindacali su tutto il settore della conoscenza, come previsto nell’impegno sottoscritto a Palazzo Chigi il 6 aprile scorso.
Possiamo dire che non è stato semplice arrivare a questo risultato ed anche per questo riteniamo particolarmente importante che si sia giunti alla firma di un testo che valutiamo complessivamente positivo.
La firma dell’Intesa, in quanto atto condiviso tra Governo e Sindacati, impegna concretamente le due parti: il Governo e i Sindacati dovranno, infatti, far scaturire da questo documento, per le parti di rispettiva competenza, atti che valorizzino le professionalità dei lavoratori dell’intera filiera, che incrementino la qualità e che permettano un uso ottimale delle risorse, che comunque dovranno aumentare com’è esplicitamente dichiarato.
I punti di riferimento dell’Intesa sono gli accordi di Lisbona e l’Europa, entrambi visti come uno stimolo per la crescita e, quindi, non nella logica riduttiva della sola compatibilità economica.
A questo riguardo ci sembra importante che nel corso dei lavori sui diversi tavoli (dell’andamento dei quali abbiamo dato puntuale informazione nei giorni scorsi ai nostri navigatori) sia emerso e sia stato recepito da tutti i partecipanti che è compito dei rispettivi ministeri, secondo le specifiche competenze e titolarità, definire le politiche per scuola, alta formazione, ricerca ed università mentre è compito del Ministero dell’economia verificare le relative compatibilità economiche. Ci sembra che in questo modo si torni a riaffermare la priorità delle scelte politiche nella definizione dei programmi, verificandone poi con il Ministero dell’economia, le compatibilità economiche.
Il Memorandum risulta costituito da due parti distinte: una prima che si riferisce alla scuola ed una seconda, distinta in una sezione sull’università e l’alta formazione artistica e musicale ed in una sulla ricerca.
In una distinta notizia pubblicheremo il testo dell’Intesa ed i i nostri commenti analitici, di seguito, pertanto, sottolineiamo solo alcuni aspetti comuni che ci appaiono estremamente rilevanti.
Tutta l’Intesa è finalizzata all’ aumento della qualità dei diversi sistemi, qualità che potrà essere ottenuta con un impiego ottimale delle risorse che saranno destinate, ma anche con la capacità di superare i limiti attuali che determinano una scarsa efficacia delle azioni, dovuti soprattutto a vincoli burocratici e organizzativi che non permettono il pieno impiego delle professionalità e delle capacità che nei diversi sistemi sono ampiamente presenti.
Nell’Intesa è contenuta la scelta di superare con decisione ogni forma di precarietà in tutto il mondo della conoscenza, certo sulla base dei provvedimenti presenti nella Legge finanziaria 2007 ma soprattutto attraverso nuovi strumenti che il Governo si impegna a definire. Contemporaneamente c’è l’impegno a mettere in atto iniziative per impedire che il precariato torni a prodursi nel futuro.
E’ prevista esplicitamente la lotta alla dispersione scolastica ed agli abbandoni universitari nel quadro dell’azione che tutta l’Europa deve svolgere per avvicinarsi agli obiettivi di Lisbona.
Ci si impegna a definire ed attuare una politica nazionale per garantire il diritto allo studio, attuando i principi costituzionali e stabilendo dei criteri nazionali.
Per tutto il settore della conoscenza sono poi previsti gruppi di lavoro ristretti per monitorare le azioni che devono attuare i diversi punti dell’Intesa. Il senso è quello di evitare un atto fine a sé stesso per affermarne invece la logica di obiettivi condivisi e, pertanto, verificati nella loro attuazione.
La FLC è impegnata a proporre a CISL e UIL, e comunque ad attuare, un’ampia campagna di chiarimento a tutto il personale del mondo della conoscenza che informi quanti più lavoratrici e lavoratori possibile. Ciò è importante anche per preparare i lavoratori di scuola, università, ricerca ed AFAM ad eventuali azioni che dovessero essere necessarie nei prossimi mesi per ottenere una piena coerenza da parte del Governo negli atti che nei prossimi mesi verranno realizzati.
Ora la palla è al Governo: gli obiettivi sono stati individuati e sono rilevanti. A lui il compito di definire politiche di investimento coerenti.
Roma, 28 giugno 2007