Legge di stabilità 2013: il nostro commento comparto per comparto
Confermato il taglio alla scuola pubblica, all'università e alla ricerca. Il Governo Monti conclude il suo cammino con misure che colpiscono i servizi pubblici e non producono crescita. Tante manovre e nessuna riforma.
Il Parlamento ha approvato il 24 dicembre 2012 in via definitiva la legge di stabilità 2013 (legge 228/12 e allegati). Si tratta dell’insieme di norme finanziarie destinate ad assicurare il pareggio di bilancio per i prossimi anni. Diverse delle norme contenute nella legge riguardano il sistema della conoscenza.
Scarica la nostra scheda di approfondimento
L’impianto della legge, nonostante alcune positive modifiche ottenute dall’impegno della CGIL e della FLC, resta, finalizzato com’è solo al risparmio, per molti aspetti iniquo e ha effetti recessivi. È un intervento legislativo completamente coerente con la complessiva politica del Governo Monti, segnata da forti iniquità e pesanti invasioni e manomissioni dei contratti di lavoro, in particolare di quelli pubblici.
Questa manovra economica non è in grado, coi suoi effetti recessivi, di favorire lo sviluppo e la crescita, ma continua a colpire, come negli anni precedenti, i servizi pubblici, il lavoro e, con particolare pesantezza, la scuola pubblica, l’università e la ricerca.
Abbiamo ricordato l’impegno della CGIL e della FLC a contrastare queste politiche già all’indomani della presentazione del disegno di legge attraverso la mobilitazione dei lavoratori e con la presentazione di proposte emendative.
Questo impegno ha ottenuto dei risultati:
- è stato cancellato l’aumento a 24 ore dell’orario di servizio dei docenti della scuola secondaria
- sono stati ottenuti miglioramenti per quanto riguarda le ricongiunzioni onerose.
Sono risultati importanti per i lavoratori, ma non hanno cambiato il segno complessivo della legge che viaggia nel solco disastroso tracciato dal precedente Governo.
Il nostro giudizio sull’insieme di questa legge di stabilità è negativo.
Le norme della legge che riguardano il sistema della conoscenza sono illustrate e commentate nella scheda allegata.
Siamo impegnati a porre nel dibattito che sia aprirà in vista delle elezioni politiche il tema della difesa di tutto il sistema pubblico della conoscenza.