Precari: il provvedimento anti-crisi va in senso diverso alla norma ammazza precari ma non è sufficiente, occorre rilanciare la mobilitazione
Il provvedimento, che commenteremo dettagliatamente nelle prossime ore, ridimensiona le intenzioni del ministro Brunetta che avrebbe voluto licenziare i precari già lo scorso anno.
Ad una prima lettura del provvedimento anti-crisi varato con decreto legge, la norma "ammazza precari" non c'è mentre si conferma che le procedure di stabilizzazione non decadono il 31 dicembre 2009 anche in mancanza del provvedimento che avrebbe dovuto abrogarle il 30 giugno.
Questo non risolve il problema degli enti che non possono assumere perché bloccati dalla mancanza di turn over e dotazione organica (come INGV e INFN) né delle università, soffocate dai vincoli finanziari, ma certamente rappresenta un segnale che sembra andare nella direzione opposta alla norma che tanto Brunetta ha perorato.
Nel provvedimento si prevede inoltre la possibilità per le amministrazioni di bandire sia concorsi con riserva del 40% per gli aventi diritto alla stabilizzazione in virtù della finanziaria 2007 e 2008 sia concorsi in cui si valorizza, con apposito punteggio, l'esperienza degli aventi diritto alla stabilizzazione con contratto a tempo determinato e dei collaboratori coordinati e continuativi. Uno strumento insufficiente per venire incontro alle esigenze dei precari, in quanto la maggior parte delle amministrazioni non potranno utilizzare questa norma, strette come sono nei vincoli introdotti dalla legge 133 e dalle altre previsioni, come quelle specifiche per gli enti di ricerca.
Inoltre, viene superata la norma che introduceva il limite del triennio nell'arco dell'ultimo quinquennio alla durata dei contratti a termine (per gli enti di ricerca il contratto collettivo già prevedeva la durata massima di 5 anni). Le nuove norme avvicinano la disciplina dei contratti a termine nel privato a quella del pubblico impiego anche se si puntualizza che il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori con contratto a termine si applicano solo a coloro che hanno sostenuto una procedura concorsuale pubblica.
Per la FLC Cgil queste disposizioni segnano un primo parziale risultato delle lotte di questi mesi anche se sono ancora insufficienti. In particolare, solo per fare alcuni esempi: manca la proroga dei contratti di collaborazione dei precari ISPRA e ISTAT, non si fa cenno alla situazione specifica dell'INGV rispetto alla quale il governo si era più volte impegnato e non c'è traccia di risposte per i precari della scuola.
Per questa ragione, dalle prossime ore, rilanceremo la mobilitazione per ottenere che nella conversione in legge si inseriscano le necessarie modifiche.
Roma, 26 giugno 2009