Sabato 20 ottobre la CGIL in piazza San Giovanni con il "villaggio del lavoro"
Un'intera giornata con i lavoratori di tutti i settori e di tutta Italia per far dialogare i protagonisti della crisi con tutto il Paese.
Dal sito www.cgil.it
“Il Lavoro prima di tutto”. E' questo lo slogan che caratterizzerà la manifestazione nazionale della CGIL di sabato 20 ottobre. La CGIL torna in piazza San Giovanni dopo due anni dalla manifestazione che venne organizzata contro il governo Berlusconi il 27 novembre del 2010. Una manifestazione che si concluse con il primo comizio da Segretario Generale della CGIL di Susanna Camusso, eletta a capo del sindacato da appena 24 giorni. Vai alla pagina speciale.
Ora la CGIL – dopo due anni di crisi che si sono sommati al biennio precedente di chiusure, cassa integrazione, licenziamenti, aumento della precarietà - torna in piazza ripartendo anche questa volta dal lavoro. Quello di sabato prossimo è un appuntamento importante organizzato dalla confederazione sindacale proprio con lo scopo di riunificare le centinaia di vertenze ancora senza soluzione e aprire un dialogo e un'azione comune tra tutti i soggetti che sono stati colpiti dalla crisi economica e che rischiano sempre più spesso di rimanere isolati, come si è potuto vedere drammaticamente dalle proteste sempre più estreme a cui i lavoratori sono stati obbligati per farsi sentire ed essere quantomeno considerati dai media. Per questo “il Lavoro prima di tutto”. La CGIL torna in piazza San Giovanni per far parlare l'Italia della crisi, per far parlare il lavoro e parlare di lavoro da creare.
Proprio per la particolare caratteristica dell'evento, la CGIL ha pensato di organizzare una manifestazione con un modulo diverso dal solito. Non ci sarà un corteo, ma la piazza sarà aperta per quasi tutta la giornata, dalle 10,30 alle 17,30. Infatti, in piazza San Giovanni, oltre al tradizionale palco delle manifestazioni, ci saranno anche 30 stand che comporranno il “villaggio del lavoro”. Ventuno stand regionali dove saranno rappresentate ed evidenziate le aziende in crisi dei diversi territori. Altri 12 stand delle federazioni di categoria che illustreranno le diverse crisi dei settori di riferimento. Un viaggio dentro la crisi che per la prima volta verrà rappresentata – anche visivamente – in una stessa piazza fisica e virtuale.
Sul palco si alterneranno delegati, attori, lavoratori e lavoratrici, giovani e musicisti. Molti gli interventi di gruppi musicali: P-funking band, Noarrembì, Casa del vento, Peppe Voltarelli, Tosca, Enzo Avitabile & Bottari, Eugenio Finardi. Presentatore della manifestazione sarà Rolando Ravello. Il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso interverrà sul palco intorno alle ore 16.00.
Quattro anni di crisi hanno sconvolto il sistema produttivo Italiano. Alcuni dati:
- Quattro miliardi di ore di cassa integrazione dal 2008 ad oggi. Dall’inizio della fase peggiore della crisi, la richiesta di CIG è aumentata a oltre il 300% sul 2008, anche in presenza di una riduzione occupazionale con quasi mezzo milione di posti di lavoro persi.
- Nel quinquennio alle ore di CIG ha corrisposto una mancata produzione per oltre 450.000 lavoratori, costantemente a zero ore dal 2009 fino ad oggi. 500 mila lavoratori inattivi ogni anno. E' stato boom della cassa integrazione.
- Particolarmente colpiti dalla crisi sono stati i settori industriali che hanno registrato l'aumento più consistente di Cassa integrazione lpari al +281,22% sul 2008 oltre ad un calo occupazionale del 6,18% sul 2008. Sono state richieste per ogni lavoratore centinaia di ore di CIG. Nel settore industriale si è passati dalle 36 ore per addetto del 2008 alle 15 del 2011 (+319,44%). È come dire, che ogni addetto del settore industriale ha lavorato un mese in meno per ogni anno, dal 2009 fino ad oggi. Il tutto si somma ad un crollo degli investimenti pari al 17%.
Le proposte della CGIL
Quella di sabato 20 ottobre non sarà dunque solo una manifestazione di protesta. Il sindacato di Corso Italia vuole piuttosto riportare all'attenzione del Paese e della politica le priorità su cui è necessario intervenire per cambiare da subito l'agenda Monti e comunque mettere le basi per una nuova politica industriale ed economica:
1) Una politica industriale volta ad assicurare un futuro di innovazione all'industria e ai servizi assicurando gli investimenti necessari;
2) La detassazione della tredicesima mensilità per sostenere i consumi delle famiglie;
3) Proroga di almeno un anno dell'attuale sistema degli ammortizzatori sociali;
4) Rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga e particolare attenzione in tema di ammortizzatori ai precari;
5) Soluzione strutturale per tutti i lavoratori esodati e un uguale sistema di pensionamento per lavoratori pubblici e privati in esubero;
6) Intervento straordinario per favorire l'occupazione giovanile e femminile;
7) Allentamento del Patto di stabilità per consentire ai Comuni di dare corso alle opere infrastrutturali finanziabili.