Università e Ricerca. L'isola che non c'è... i fondi che non ci sono
Il DPCM del 2 luglio non recupera il taglio del 10% del salario accessorio
Il 2 luglio è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un decreto che stabilisce le regole per la distribuzione del salario accessorio; come spesso succede è un decreto di complessa lettura, con notevoli margini di incertezza e perciò di difficile attuazione.
La procedura per ottenere le risorse, attraverso un percorso tortuoso, è lasciata all’arbitrio del Ministero dell’Economia; ogni amministrazione dovrà trasmettere una propria relazione tecnica certificata dai revisori dei conti, in cui si evidenziano le eventuali maggiori entrate ottenute nel triennio 2005/07 a seguito di attività aggiuntive, o di risparmi.
Il decreto ribadisce il taglio del 10% del salario accessorio previsto dall’art. 67 comma 5 della legge 133/08; quindi il recupero di risorse da destinare alla contrattazione dipenderà dalla possibilità di avere entrate aggiuntive e dalla loro entità, comunque a discrezione del Ministero, e non necessariamente a recupero del taglio del 10%.
Non vorremmo essere di fronte ad un ennesimo gioco delle tre carte da parte dei Ministri delle Finanze e della Funzione Pubblica, che con questo decreto continuano a risparmiare sui pubblici dipendenti, non definiscono l’entità dei fondi a disposizione e non danno nessuna certezza sulla loro distribuzione. Non ci sembra che sia un grande risultato; anzi, temiamo che creerà ulteriori differenziazioni fra atenei e fra enti di ricerca.
Roma, 8 luglio 2009