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Visite fiscali e patologie gravi, un'altra circolare che non chiarisce

Il Dipartimento della Funzione pubblica ha emanato un'ennesima circolare che dovrebbe moderare una legge iniqua e invece fa un altro pastrocchio. E' il caso della circolare n. 1/09 sulle fasce di reperibilità per le visite fiscali previste dall'art. 71 del decreto legge 112/08 per quanto riguarda i malati oncologici.

18/05/2009
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E’ da sottolineare che questa è l’ennesima circolare che vorrebbe spiegare e mitigare una legge iniqua e scritta male che oltre a mettere in difficoltà le lavoratrici ed i lavoratori crea ostacoli alle amministrazioni che forse vorrebbero essere meno persecutorie nei confronti dei loro dipendenti soprattutto se gravemente malati.

La FLC Cgil ha sempre sostenuto che la disposizione non si doveva applicare ai malati oncologici o con gravi patologie o in convalescenza a seguito di ricovero ospedaliero.

Come al solito il ministro affronta le situazioni senza conoscerle e senza conoscere i contratti del pubblico impiego.

La circolare infatti fa riferimento all’assenza per un “singolo” episodio morboso che si inserisca in un “unico” ciclo di cura, e siccome i dipendenti del pubblico impiego sono fannulloni e potrebbero andare a fare cure oncologiche per non lavorare, la circolare ribadisce che la patologia e la cura deve essere certificata da struttura pubblica ospedaliera o convenzionata.

Il ministro evidentemente non sa che il ciclo di cura per i tumori sono lunghi e il malato dopo essere stato sottoposto a chemioterapia ha “sempre” episodi morbosi che lo costringono al riposo; che spesso dopo la chemioterapia si è sottoposti ad altre terapie salva vita lunghe e debilitanti; non sa che il malato in questo caso è considerato dalla competente commissione medica sanitaria invalido al 100% e quindi ha diritto ad usufruire dei benefici previsti da legge; non sa che nessun dipendente pubblico può permettersi di pagare le cure per il tumore in strutture private e quindi la certificazione è necessariamente di una struttura pubblica.

Il ministro non sa che i contratti del pubblico impiego prevedono una “norma di civiltà” che esclude dal computo dei giorni di malattia sia i giorni di ricovero che quelli conseguenti alle cure per cui al malato spetta l’intera retribuzione, e la circolare non chiarisce questo importantissimo aspetto

La circolare invita le amministrazioni ad applicare la precedenza nella trasformazione da tempo pieno a tempo parziale e ad avviare progetti di telelavoro per favorire questi malati.

Prima che il ministro minacciasse continui controlli e punizioni le amministrazioni avevano nei contratti di lavoro tutti gli strumenti per garantire i malati gravi o coloro che assistono malati gravi; né i dirigenti né i malati dovevano temere tagli alla retribuzione, valutazioni negative e inserimento in fasce di demerito per scarsa produttività con conseguente decurtazione del salario accessorio.

Invitiamo il Ministro a retrocedere dalle sue posizioni che alla luce dei fatti sono inutilmente vessatorie, dannose alle persone e alle amministrazioni.

Roma, 14 maggio 2009

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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