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Human Technopole svela le profonde diseguaglianze nella Ricerca e nell’Università
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
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Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ci comunica che per il progetto dello Human Technopole milanese sono stati già spesi 130 milioni di euro. Il premier Renzi giustifica il decreto e le risorse per il polo scientifico milanese perchè esso manifesta una “disperata voglia di futuro e di progettare”. Facciamo i migliori auguri allo Human Technopole, anche se non ci stancheremo mai di segnalarne e denunciarne ambiguità, oscurità, opacità nella gestione e nella direzione del progetto complessivo, affidata come è noto ad una Fondazione, la IIT di Genova, che molte polemiche ha già suscitato, anche in sede parlamentare, grazie ai senatori a vita Cattaneo e Napolitano.
Vorremmo però sommessamente rammentare al premier e al ministro Martina che la “disperata voglia di futuro” è condivisa anche da quei giovani sardi che oggi rischiano di non poter restare nella loro terra perchè le loro università sono a rischio chiusura (come recita il documento del gruppo Pd in Consiglio regionale sardo). La “disperata voglia di futuro e di progettare” è condivisa da migliaia di giovani bravi e di talento, ricercatori, assegnisti, collaboratori che attendono lo sblocco delle risorse per programmare le loro ricerche in Italia e non essere costretti a migrare. Mentre si annunciano, con Industria 4.0, risorse per 13 miliardi di euro da investire anche in progetti di innovazione e ricerca, e, ove davvero vi fossero, tutti naturalmente gestiti in modo piramidale e senza valorizzare le reti di ricerca e università del nostro Paese.
La “disperata voglia di futuro e di progettare” è condivisa anche da centinaia di migliaia di giovani usciti dalle scuole superiori, per i quali è impossibile iscriversi all’Università perchè i costi sono elevatissimi e non viene finanziato con le adeguate risorse il diritto allo studio. Ovvero, il diritto per tutti i ragazzi e le ragazze di ogni parte d’Italia di iscriversi all’Università, senza dover rinunciare per la scarsità di risorse familiari. Il diritto alla conoscenza è sancito dalla Costituzione e lo Stato deve eliminare tutte le barriere che ne impediscono la sua effettiva manifestazione.
Insomma, questa è l’Italia delle ingiustizie e degli interessi particolari anche per quanto riguarda l’Università e la Ricerca: da una parte c'è chi è privilegiato in termini di risorse pubbliche e dall’altra c'è la stragrande maggioranza di chi soffre, quasi un’intera generazione di giovani, perchè le diseguaglianze del passato si sono accentuate profondamente con le scelte politiche di questo governo.