Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Comunicati stampa » Comunicati FLC CGIL » "La Buona Scuola": Pantaleo, docenti e personale ATA precari sempre più penalizzati

"La Buona Scuola": Pantaleo, docenti e personale ATA precari sempre più penalizzati

Comunicato di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

07/08/2015
Decrease text size Increase  text size

La legge sulla “brutta scuola” provoca solo danni alla scuola e ai precari.

La Ministra Giannini vende fumo e quotidianamente non perde occasione per attaccare i sindacati con argomentazioni inventate e per rimproverare i precari che, invece, legittimamente non vogliono migrare al nord.

Ma la situazione delle immissioni in ruolo è realmente caotica, contraria a quanto propagandato dal governo e adesso si scopre pure che non ci saranno le sei mila stabilizzazioni per il personale Ata i cui posti sarebbero riservati alla mobilità del personale delle province. La conseguenza sarà il licenziamento dei precari Ata e scuole ingestibili.

Si procede con l’accorpamento delle classi di concorso in modo confuso e senza un reale confronto con le organizzazioni sindacali quasi che la scuola sia proprietà privata del Governo. Da parte del Miur si forniscono interpretazioni fantasiose e in contrasto con le leggi e il buon senso sulle diverse fasi di immissioni in ruolo dei docenti precari al solo fine di generare paura e rassegnazione.

Le proteste dei precari sono legittime e le organizzazioni sindacali non permetteranno che siano cancellati diritti sociali e civili del personale della scuola. Il Governo e la ministra Giannini stanno provocando il caos e l’inizio dell’anno scolastico sarà pieno di incertezze.

I fatti dicono che avevano ragione quelli che hanno protestato contro la legge perché avrebbe allargato le disuguaglianze sociali e territoriali, peggiorato le condizioni di lavoro mettendo in discussione libertà e democrazia nelle scuole. Per queste ragioni la battaglia contro la legge sulla brutta scuola deve continuare con ancora più decisione e con tutte le azioni possibili perché non si può permettere la distruzione dell’istruzione pubblica.