PNRR e istruzione. FLC CGIL: per le riforme annunciate non sono sufficienti i finanziamenti europei. Necessarie risorse nazionali e ordinarie, dalla prossima legge finanziaria
Comunicato stampa della Federazione lavoratori della Conoscenza CGIL.
Roma, 7 ottobre - Si è svolta questa mattina a Palazzo Chigi la prima riunione della Cabina di regia sul PNRR presieduta dal presidente del Consiglio Draghi. Si sono affrontati in particolare i temi relativi all’istruzione e alla ricerca. Per il settore dell’istruzione sono stati preannunciati interventi e riforme relativi alla diffusione degli asili nido, agli istituti tecnici e professionali, all’istruzione tecnica superiore, al sistema dell’orientamento fin dalla scuola secondaria di I grado.
Il Ministro dell’Istruzione nel presentare questi provvedimenti ha in particolare segnalato il problema della dispersione scolastica e delle gravi diseguaglianze presenti nel Paese in termini di offerta formativa e di strutture.
Come FLC CGIL riteniamo davvero importante il riconoscimento del ruolo che ha l’istruzione nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo. Al tempo stesso segnaliamo come non basteranno le risorse del PNRR e neanche riforme a costo zero a far superare davvero le tante ingiustizie presenti nel nostro sistema di istruzione e non solo. Serve un investimento stabile nel bilancio dello Stato.
La sfida della lotta alla dispersione scolastica non si vince solo con i fondi europei o esternalizzando attività formative, ma elevando i livelli di istruzione, che per noi significa obbligo scolastico fino ad almeno i 18 anni, e investendo crescenti e strutturali risorse per realizzare questo storico risultato.
Servono risorse anche e soprattutto per restituire dignità professionale a tutto il personale scolastico, che ha mostrato straordinario senso di responsabilità nel lungo e drammatico periodo della pandemia. E non solo.
Nel settore dell’Istruzione italiana esiste un doppio problema che va risolto con investimenti solidi e strutturali, da inserire nelle leggi di bilancio dello Stato, per aumentare di almeno l’1% del Pil le risorse disponibili, al fine di avvicinarci ai livelli dei maggiori Paesi Ocse. L’aumento salariale previsto anche dal “Patto per la Scuola” è uno dei temi sui quali il governo deve impegnarsi concretamente. L’altro è il problema storico del precariato, nervo scoperto sul quale si misurerà la volontà di questo governo di dare risposte organiche e immediate.
Sul riordino dell’istruzione tecnica e professionale chiediamo che vi sia l’effettivo coinvolgimento di chi opera nelle istituzioni scolastiche e delle parti sociali, come previsto dal “Patto per la Scuola”. Ma una cosa deve essere chiara: rimandiamo al mittente un riordino che preveda un’offerta formativa costruita come mera risposta alla domanda proveniente dal sistema economico e produttivo del Paese.
Per la FLC CGIL il miglior strumento per consentire ai giovani di poter affrontare con consapevolezza il mondo del lavoro, è l’elevamento dei livelli di istruzione.
Sull’istruzione tecnica superiore chiediamo che venga garantita la natura pubblica e nazionale degli ITS e una regia pubblica che non affidi l’incontro tra domanda/offerta di competenze solo alle singole aziende.
Per quanto concerne l’università e la ricerca facciamo nostre le parole del premio Nobel, Giorgio Parisi: “La legge finanziaria dovrà essere presentata a breve e mi batterò affinché alla ricerca pubblica venga dato il giusto peso. Mentre la crisi climatica è un’emergenza mondiale, il sottofinanziamento della ricerca è un’emergenza per l’Italia”. Aggiungiamo che quel sottofinanziamento non si sistema con la promessa dei fondi europei ma attraverso una decisione politica seria, immediata e rigorosa nelle pieghe del bilancio dello Stato.