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Sciopero dell'11 dicembre, l'adesione dell'Arci

Formazione, ricerca e istruzione sono oggetto di politiche che si contrappongono radicalmente all'idea della cultura come bene comune.

05/12/2009
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L'Arci considera "importanti e condivisibili" i contenuti che sono alla base della mobilitazione promossa dalla FLC Cgil, che vedrà un momento importante nello sciopero generale dell'11 dicembre.

"Siamo convinti - si legge nella nota inviata dall'Arci - che il problema culturale sia oggi, per molti aspetti, l'emergenza più grave". Piena adesione, quindi, allo sciopero dei lavoratori della conoscenza e impegno per la riuscita della manifestazione nazionale che si terrà a Roma: appuntamento alle ore 9.30 con partenza del corteo da piazza della Repubblica.

Roma, 5 dicembre 2009
___________________

Arci
Presidenza nazionale

Caro Pantaleo,
anche questa volta non mancherà l'adesione e la partecipazione dell'Arci alla manifestazione nazionale promossa per il prossimo 11 dicembre a Roma.

Conoscenza, formazione e cultura sono infatti temi di fondamentale interesse per un'associazione come la nostra, impegnata per il pieno e libero sviluppo della personalità umana, per la difesa dei diritti, per la promozione della cittadinanza.
Siamo convinti che il problema culturale sia oggi, per molti aspetti, l'emergenza più grave.

Le politiche del governo nel campo della formazione, della ricerca e dell'istruzione non solo impoveriscono e dequalificano l'intero comparto, ma rispondono a una concezione privatistica e mercantilistica del sapere che si contrappone radicalmente all'idea della cultura come bene comune, condizione essenziale per il benessere e l'autonomia delle persone.

Consideriamo quindi i contenuti della mobilitazione dell'11 importanti e condivisibili. Per questo saremo in piazza insieme ai lavoratori della conoscenza e daremo il nostro contributo per la migliore riuscita dell'iniziativa.

Un cordiale saluto.

Paolo Beni
Presidente nazionale Arci

Roma, 2 dicembre 2009

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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