Debiti scolastici: la circolare promette meno risorse
Nella Circolare Ministeriale 12/2009, il ministero si arrampica sugli specchi dell'organizzazione didattica e pedagogica per nascondere che ci sono meno risorse rispetto al precedente anno.
Il MIUR ha pubblicato la circolare n.12 inerente alle azioni di recupero delle carenze formative per l'anno scolastico 2008/2009 per le istituzioni scolastiche di secondo grado.
L'indicazione più importante è alla fine della circolare, dove sono indicate le risorse a disposizione e costituite dal fondo d'istituto e da 55 milioni di euro aggiuntivi.
Lo scorso anno erano utilizzabili oltre alle risorse del fondo d'istituto, altri 90 milioni e 100 mila euro aggiuntivi.
Dunque quest'anno sono previsti 35 milioni di euro in meno, per di più per ora solo sulla carta perché il MIUR sta ancora aspettando il trasferimento delle risorse da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze. A trasferimento definitivo ci riserviamo di pubblicare uno studio più accurato sull'argomento.
L'ammanco è rilevante considerato che già l'anno scorso le scuole denunciavano le risorse insufficienti e sono state costrette a fare i salti mortali per realizzare attività di recupero. Molte scuole, inoltre, hanno esaurito lo scorso anno scolastico le risorse dell'intero anno solare 2008 finendo nel trovarsi nell'impossibilità di mettere in atto attività preventive non appena individuate le prime insufficienze già nel primo quadrimestre.
Non a caso FLC Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola avevano inoltrato nel mese di ottobre una richiesta d'incontro con il MIUR che non ha mai avuto risposta.
Il resto della circolare non entra nel merito delle risorse ma si rivolge agli insegnanti e dirigenti scolastici dando suggerimenti di tipo organizzativo e didattico non di propria competenza, ma di stretta competenza degli organi collegiali della scuola.
Si arriva perfino a dare un vero e proprio atto d' indirizzo, stavolta non rivolto all'Aran, ma ai dirigenti scolastici impegnati nelle trattative di scuola:
"In proposito (reperimento di risorse, ndr) si ribadisce l'opportunità che in sede di contrattazione integrativa di istituto le risorse destinate alle azioni di recupero e potenziamento abbiano avuto un carattere di adeguata priorità".
In altre parole prima pensare a garantire i corsi di recupero, poi alle altre attività e progetti. Una vera invasione di campo delle autonomie scolastiche! Per tappare i buchi nelle risorse si viola la contrattazione di scuola e si dà di fatto ai dirigenti scolastici l'indicazione "tutti i soldi al recupero dei debiti!"
Tra le altre indicazioni si possono trovare:
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il ricorso alle erogazioni liberali di cui all'art. 13 della legge 40/2007, il che se richiesto ai genitori, equivarrebbe a una tassa scolastica sui corsi di recupero o, peggio, trasformerebbe i corsi di recupero pubblici, in una ripetizione privata, ancorché collettiva.
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La suddivisione delle classi parallele in gruppi omogenei per rendimento scolastico allo scopo di utilizzare gli studenti migliori in funzione di assistenza e di tutoraggio nei due gruppi classe precedenti.
Si tratta di scelte discutibili:
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l'articolo 13 della legge 40 proprio per evitare questi ed altri effetti, prevede che i fondi servano per strutture, tecnologie e arricchimento dell'offerta formativa, non per il recupero dei debiti. Il riferimento a questo strumento è perciò a nostro avviso fuori luogo ed illecito.
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il mutuo insegnamento è una bella scelta didattica, ma non è competenza del Ministero indicarlo, soprattutto quando questo mira a surrogare la mancanza di risorse economiche necessarie per un intervento adeguatamente diffuso e qualificato.
Come la circolare stessa ammette, solo l'impegno di migliaia d'insegnanti lo scorso anno ha consentito di realizzare le attività di recupero, ma la difficoltà realmente superata è stata quella della mancanza di risorse, che ha richiesto molto più lavoro gratuito da parte dei docenti di quanto il Ministero si immagini.
Quest'anno queste difficoltà saranno ancora maggiori perché le risorse sono meno dell'anno scorso. L'ipotesi che il numero dei "rimandati" sia inferiore allo scorso anno non è suffragata da dati scientifici. Anzi l'attuale giro di vite, connesso alle nuove norme circa la valutazione, manda un messaggio di segno diametralmente opposto.
È evidente che ancora una volta gli insegnanti dovranno arrangiarsi e industriarsi a trovare soluzioni organizzative per fare fronte a quest'ennesima mancanza del ministero cercando di coniugare qualità dell'offerta formativa con l'indiscutibile insufficienza di mezzi.
Roma, 3 febbraio 2009