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Alto Adige-Siamo alla scuola-mercato

"Siamo alla scuola-mercato" Ceol (Cgil): un privilegio per pochi il bonus alle private di Chiara Bert TRENTO. "Quello che oggi stride di più è che si finanzia un privilegio a una minoranza ne...

06/09/2003
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"Siamo alla scuola-mercato"
Ceol (Cgil): un privilegio per pochi il bonus alle private

di Chiara Bert

TRENTO. "Quello che oggi stride di più è che si finanzia un privilegio a una minoranza nello stesso momento in cui si tagliano le risorse per la scuola pubblica. Abbiamo toccato il fondo, ormai siamo al supermercato dell'istruzione". È netto il giudizio di Flavio Ceol, segretario provinciale della Cgil scuola, sul bonus statale istituito dal governo Berlusconi per le famiglie che mandano i figli negli istituti privati. Un contributo che già a partire da quest'anno riguarderà tutti gli alunni iscritti alle scuole private paritarie elementari e medie e gli studenti del primo anno delle superiori, e sarà elargito senza distinzioni di reddito. In totale, uno stanziamento di 30 milioni di euro l'anno fino al 2005.
Ceol, perché siete contrari al finanziamento alle scuole private?
Perché ciò che sta accadendo è che mentre si contengono gli investimenti per la scuola pubblica, dall'altra si finanziano le famiglie che scelgono gli istituti privati. Del resto questa è una scelta politica pienamente coerente con il progetto d'istruzione del ministro Moratti, che nella sua prima dichiarazione pubblica alla commissione istruzione, il 20 luglio 2001, affermava che "bisogna superare il monopolio della scuola statale". Di fatto un via libera ad un mercato dell'istruzione.
Monsignor Giacometti (rettore del collegio Arcivescovile) sostiene che con il bonus alle famiglie si sancisce un sistema fatto sia di scuole statali che paritarie, che svolgono entrambe un servizio pubblico.
Con il bonus si va nella direzione opposta a quello che noi pensiamo sia il bene della scuola, dove gli utenti non sono i genitori, ma i bambini che hanno diritto a una scuola libera.
Gli istituti privati non lo sono?
È vero che il sistema italiano prevede due tipi di scuole, pubbliche e private, ma non li ha mai parificati. E mentre la scuola pubblica è una scuola senza filtri di natura ideologica e aperta a tutti, quella privata è espressione di interessi legittimi ma appunto privati. È una scuola di tendenza e non aperta a tutti, dal momento che per accedervi richiede a famiglie e docenti di accettare il proprio sistema educativo.
Per alcuni il problema è di garantire alle scuole pubbliche non statali finanziamenti adeguati per le strutture, la didattica, gli insegnanti. Insomma dare i soldi alle scuole, non alle famiglie. Cosa ne pensa?
In questo caso parliamo di istituti convenzionati, ma la Cgil è contraria anche al finanziamento delle scuole private. Certo il contributo alle famiglie rappresenta la scelta in assoluto più sbagliata, perché dà il via libera al "supermercato dell'istruzione", il peggio che possa esistere, l'antitesi stessa della logica a cui dovrebbe essere improntata la scuola. E in questo momento c'è qualcosa che stride ancora di più.
Che cosa?
Che mentre si vara il finanziamento di un privilegio a una minoranza, coloro che scelgono di iscrivere i figli ad una scuola privata, contemporaneamente ci troviamo in una situazione in cui il governo taglia i finanziamenti alla scuola pubblica, calano le risorse per le strutture e il sostegno all'handicap, aumenta la precarietà del personale.
Le scuole cattoliche non vogliono sentir parlare di regali dal governo di centrodestra. Il fondo per le private - dicono - è frutto di una legge varata dal centrosinistra. Condivide?
È vero, la legge di parità del 2000 varata dal governo di centrosinistra è andata oltre il suo obiettivo originario e si è affermata un'impostazione sbagliata. Del resto anche in Trentino abbiamo il più alto finanziamento alle scuole private d'Italia, ed è stata una scelta politica del centrosinistra.

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