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Tagli alla scuola, per genitori e insegnanti tre giorni di proteste e occupazione alla scuola primaria Montessori Don Filippo Rinaldi

Una protesta simbolica, a pochi giorni dalla conclusione dell’anno scolastico. Alcuni tra genitori e insegnanti occupano da venerdì 27 a domenica 29 maggio la scuola primaria Montessori Don Filippo Rinaldi, in via Lemonia, nel X municipio

28/05/2011
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Corriere della sera

ROMA - Una protesta simbolica, a pochi giorni dalla conclusione dell’anno scolastico. Alcuni tra genitori e insegnanti occupano da venerdì 27 a domenica 29 maggio la scuola primaria Montessori Don Filippo Rinaldi, in via Lemonia, nel X municipio, contro il taglio dei fondi alla scuola pubblica. Tre giorni con attività, laboratori, visite guidate. Tra le iniziative organizzate, ci sono un laboratorio di installazione sulle “radici della scuola pubblica”, approfondimenti del metodo Montessori, storia della musica, laboratorio di pittura.

«IN GINOCCHIO LE SCUOLE PUBBLICHE» - “Siamo vicini a genitori e insegnanti che hanno occupato simbolicamente per tre giorni la scuola - afferma il consigliere provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, Gianluca Peciola -. L’unica forma di mobilitazione possibile di fronte a un governo e a un’amministrazione comunale che fanno cassa sul diritto all’istruzione pubblica. Nella Provincia di Roma, per il 2011-2012, ci saranno quasi 3.500 cattedre in meno, di cui 1.990 nelle superiori, 906 nella primaria, 537 nelle medie”. Fino a domenica 29 maggio, genitori e insegnanti organizzano proiezioni di film, dibattiti con persone del settore e non, tra cui Don Roberto Sardelli, fondatore del gruppo Non Tacere, Simonetta Salacone (ex dirigente della scuola Iqbal Masih. L’occupazione simbolica si conclude domenica. “I tagli già adottati di personale docente e non docente - aggiunge Peciola - hanno avuto gravi conseguenze per il sistema scolastico della nostra città, mettendo in ginocchio il funzionamento di molte scuole pubbliche. Con questa ulteriore riduzione dell’organico sarà messo a rischio il tempo pieno per molti istituti e potrebbe non essere più essere garantita la continuità di laboratori e attività didattiche”.

Simona De Santis