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Centro linguistico, diciotto lettori in lotta per salvare il posto di lavoro

La morsa della crisi colpisce anche l'Università di Cassino

03/06/2012
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Il Messaggero

di MARIA LUISA LANCIA

 La morsa della crisi colpisce anche l'Università di Cassino. Per diciotto Lettori di Madrelingua, infatti, si è aperta la strada del licenziamento. A far scattare la mannaia è stata la chiusura decisa ed attivata lo scorso mese di novembre dal Rettore, del Centro Linguistico di via Bellini e la conseguente attivazione delle procedure finalizzate alla riduzione del personale. Una riduzione che ha risparmiato cinque impiegati nel settore tecnico amministrativo, ma che avrebbe spalancato la porta del licenziamento per i Lettori, per i quali secondo il Rettorato, non è possibile trovare un nuovo inquadramento e quindi una ricollocazione in altro ambito. Caustica la reazione degli interessati che hanno avuto una lunga riunione con CGIL, CISL e UIL. Un tavolo tenuto presso il Rettorato è durato più di due ore per produrre un documento e per decidere le azioni più opportune da intraprendere al fine di scongiurare lo spettro della disoccupazione per diciotto professionisti che hanno dedicato molti anni della loro vita al servizio della [stituzione Universitaria. Si va, infatti, dai dieci anni dei più giovani agli oltre venti anni di coloro che hanno una maggiore anzianità di servizio. Il clima è talmente teso e gli animi sono così pieni di amarezza da spingere qualcuno ad affermare che il destino che attende i diciotto Lettori «configura il primo caso in Italia di licenziamento per motivi economici nella Pubblica Amministrazione». «Abbiamo sempre garantito alti standard qualitativi nell'apprendi- mento delle Lingue straniere- hanno affermato i Lettori in una nota da cui grondano amarezza e delusione-Abbiamo subìto numerosi attacchi di dequalificazione e marginalizzazione professionale hanno continuato- e nel tempo sono stati sempre rigettati i diversi tentativi di apertura al confronto ed alla trattativa tra noi e gli Organi di governo dell'Ateneo relativamente ai nostri diritti negati. Oggi, con questo atto di inaudita gravità hanno concluso- l'Amministrazione dell'Università di Cassino scrive forse la pagina più nera della sua storia di luogo deputato allo studio ed alla ricerca».