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Corriere/Bologna: Bianchi: noi valutiamo di rivolgerci alla Consulta

L’assessore alla Scuola: mandato al nostro ufficio legale di verificare profili di illegittimità

14/07/2010
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Corriere della sera

La Provincia di Bologna ha deciso di appoggiare il ricorso al Tar del Lazio del fronte anti-Gelmini, firmato da comitati e associazioni sulle circolari che riguardano gli organici. Ora i promotori del ricorso chiedono l’intervento della Regione.

«Noi — spiega l’assessore regionale alla Scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro, Patrizio Bianchi— non ci possiamo costituire davanti ad un Tar. Non solo per ragioni giuridiche ma anche per la delicatezza della nostra posizione istituzionale, non possiamo fare una cosa del genere da soli senza le altre Regioni. Visto anche il ruolo di presidente della Conferenza di Vasco Errani, noi siamo quelli che su questa e su altre partite devono tenere insieme tutte le Regioni». Quindi, come vi muoverete? «Porteremo il problema nella sede della conferenza Stato-Regioni. Tra l’altro lo scorso 20 aprile era stato deciso il passaggio funzionale delle competenze sulla scuola alle Regioni, ma poi non se ne è fatto nulla».

Ma come valuta politicamente la decisione della Provincia, la trova opportuna?
«Diciamo che guardiamo con grande simpatia e attenzione alla decisione presa dalla Provincia, ma come Regione non possiamo intervenire in questo ricorso».

Ma sul piano concreto cosa proporrete nella conferenza Stato-Regioni per risolvere il problema degli organici?

«Il problema si risolve con le risorse necessarie per gli organici. Ma c’è anche un’altra cosa da chiarire in quella sede, ed è per questo che verrà fatta anche una verifica sull’eventuale presenza di un conflitto istituzionale. In questo senso il presidente Vasco Errani ha dato mandato già nei giorni scorsi al proprio ufficio legale di verificare se esistono profili di illegittimità in base ai quali fare ricorso alla Corte Costituzionale. Sulla scuola c’è una competenza concorrente tra lo Stato, a cui competono gli organici, e le Regioni, a cui compete la programmazione. Solo che abbiamo una competenza che non possiamo nei fatti esercitare».