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Corriere/Milano: Pd: «Con i tagli, in Lombardia ci saranno 5mila cattedre in meno»

Un milione di firme per la scuola: campagna nazionale. Tagli alla formazione. Tempo pieno a rischio

20/04/2009
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Corriere della sera

MILANO - Con i tagli previsti dal governo, in Lombardia ci saranno 4.874 insegnanti in meno (di cui 874 di organico di fatto) mentre gli studenti saranno almeno 9.235 in più: parte da questo l'ex viceministro all'Istruzione Mariangela Bastico per dire che «qui non si doveva fare proprio l'operazione tagli». Secondo i calcoli del Pd, nella sola Provincia di Milano alle elementari ci saranno circa 300 maestri meno dell'anno scorso, con 2.443 bambini in più. Questo significa che «anche abolendo modulo e compresenza - ha spiegato il consigliere regionale del Pd Sara Valmaggi - ci saranno circa 250 insegnanti in meno di quanti servirebbero per soddisfare la domanda delle famiglie». A Milano, infatti, la maggior parte dei genitori chiede il tempo pieno che per l'anno prossimo prevede già 3.443 iscritti in più». A questo, si aggiunge anche il taglio di un terzo dei soldi per la formazione del personale: in provincia di Milano arriveranno 207 mila euro e non più 330 mila. In pratica «la cifra media annua per la formazione di ogni insegnante - ha sottolineato Marco Campione, responsabile scuola del Pd - sarà di 7,39 euro, una miseria».
LA PETIZIONE - Il PD ha presentato in Lombardia la petizione popolare nazionale «per una scuola pubblica di qualità, per tutti, più sicura e autonoma, capace di futuro», contro la politica dei tagli del governo. «Il nostro obiettivo - ha spiegato Bastico - è raggiungere un milione di firme e far approvare entro maggio in Parlamento le modifiche ai regolamenti del sistema scolastico, perché possano essere applicabili già dal prossimo anno». Tra gli scopi del PD c`è anche quello di far ripristinare e integrare i fondi per l`adeguamento antisismico delledilizia scolastica, dimezzato (da 300 a 150 milioni) dal governo Berlusconi nell`ultima finanziaria. «Quello operato da Gelmini e Tremonti alla scuola italiana - prosegue Bastico - è un taglio insostenibile e cieco, che non distingue tra chi ha già razionalizzato e chi non lo ha fatto. Le risorse mancanti dovranno necessariamente arrivare dalle famiglie, dalle scuole e dagli enti locali e mi meraviglio che il presidente Formigoni e il sindaco Moratti non protestino contro il ministro, evidentemente solo per il forte cemento politico ideologico che li lega». «Chiediamo come prima cosa che alle famiglie venga garantita tutta la scuola richiesta, perché loro chiedono settimane di 40 ore e gliene vengono offerte 27. Chiediamo che alle scuole vengano garantiti i fondi per il funzionamento, perché già oggi per pagare i docenti degli esami di maturità o le pulizie succede che i genitori siano tassati arbitrariamente con richieste di contributi anche di 230 euro per figlio». Discorso rilevante è quello dell'edilizia scolastica. «Chiediamo lo sblocco del patto di stabilità - continua Bastico - anche per la messa in sicurezza delle nostre scuole. Spiace ricordare che soltanto pochi mesi fa in Finanziaria siano stati dimezzati i fondi per l'adeguamento antisismico delle scuole». «In Lombardia - ha spiegato Sara Valmaggi, responsabile regionale formazione del PD - ci saranno nel prossimo anno scolastico 4873 insegnanti in meno, nonostante ci siano ad oggi iscrizioni per 9235 alunni in più. Anche eliminando i moduli e le compresenze il taglio degli insegnanti è incompatibile con le richieste delle famiglie che si concentrano sensibilmente sul tempo pieno».