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Corriere: Precari in costume, protesta dei prof da Milano a Palermo

La Gelmini: è una situazione che non abbiamo creato noi ma le scelte scellerate di altri

06/09/2009
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Corriere della sera

MILANO — Da Milano a Cata­nia, passando da Messina, Paler­mo, Benevento, Roma. Un saba­to di protesta dei precari della scuola, contro il mancato rinno­vo dei contratti deciso dal mini­stro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Decine di sit-in in tut­ta Italia, in quello che è stato de­finito il «No Gelmini day».

A Milano non sono mancati battibecchi tra i manifestanti e gli automobilisti intrappolati nel traffico. Mentre a Palermo, Catania e Messina ci sono stati momenti anche goliardici: in mutande e costumi da bagno hanno gridato la propria rabbia i palermitani, davanti l’ufficio scolastico provinciale, per ali­mentare l’attenzione dell’opi­nione pubblica sulla loro situa­zione di insegnanti «rimasti in mutande». E a Messina, in quat­trocento, hanno portato a spal­la una bara con tanto di scritta: «La scuola è a lutto per la perdi­ta dei suoi precari». Lo stesso a Catania: in oltre cinquecento con cassa da morto al seguito. «In strada — ha sottolineato Giovanni Nastasi, del coordina­mento precari di Catania — ci sono un sacco di persone che l’anno scorso avevano un posto di lavoro, una cattedra. Oggi sia­mo tutti a spasso: 1.500 tagli nella sola provincia non sono numeri, ma persone che hanno una vita, una storia e sentimen­ti ».

La protesta più singolare spetta a Palermo, dove da dieci giorni è in atto un presidio per­manente con cartelli e striscio­ni contro la riforma della pub­blica istruzione che li ha pratica­mente tagliati fuori dalla possi­bilità di lavorare. E ieri si sono messi in costume per dimostra­re che «non possono neanche andare al mare per una breve vacanza». A Benevento erano ol­tre un centinaio, comprese alcu­ne docenti che stanno occupan­do da una settimana il terrazzo della sede dell’ufficio scolastico provinciale.

Nel capoluogo lombardo, di­verse centinaia di precari han­no sfilato da piazza Missori a via Ripamonti, davanti alla se­de del Provveditorato. Nessun momento di tensione, ma solo qualche acceso diverbio tra i di­mostranti e gli automobilisti imbottigliati nel traffico. So­prattutto sulla circonvallazione praticamente bloccata. Quando il corteo è stato sciolto, i dimo­stranti si sono dati appunta­mento a domani, sempre da­vanti al Provveditorato, quan­do verranno pubblicate le gra­duatorie del personale tecni­co- amministrativo dalle quali, molto probabilmente, verran­no lasciate fuori centinaia di persone. I manifestanti si sono mossi poco dopo le 15 dietro lo striscione «Da Milano a Paler­mo, assunzione per tutti», fir­mato dal coordinamento 3 otto­bre. In fila anche esponenti poli­tici locali (Emanuele Fiano del Pd e Antonello Patta del Prc) in­sieme con altri partiti della sini­stra radicale.

E da Roma è arrivata la soli­darietà del segretario del Prc, Paolo Ferrero: «Sempre al vo­stro fianco in tutte le forme di lotta che riterrete di mettere in campo». «Il ministro Gelmini — ha aggiunto Ferrero — ha da­to il via libera al più grande li­cenziamento di massa della sto­ria d’Italia, che comporterà l’espulsione di quasi 150 mila insegnanti precari». Immediata la replica del ministro: «La si­tuazione del precariato, a cui il Ministero con le regioni sta cer­cando di dare una risposta, è il risultato di trent’anni di scelte scellerate con cui si è fatto cre­dere a tutti di avere un posto ga­rantito indipendentemente dai conti dello Stato e dal fabbiso­gno della scuola. Il precariato non lo ha certo creato questo Governo ma precedenti scelte irresponsabili. Si sono fatte sali­re su un ascensore che ne conte­neva cinque, nove persone. La­voro perché i quindicenni di og­gi non diventino precari tra die­ci anni».

Michele Focarete