Corriere/Roma: Al via la nuova organizzazione delle cattedre
I tagli: 2.600 docenti e 1.300 tra amministrativi e bidelli. Sono 873 i nuovi immessi in ruolo
Flavia Fiorentino
Nemmeno l’immobile caldo di questi giorni scoraggia insegnanti e precari della scuola ansiosi di conoscere le destinazioni del prossimo anno, l’esito dei ricorsi, le assegnazioni di cattedre o i trasferimenti. In via Pianciani, all’ex provvedirato dove gli uffici sono deserti, è un via vai di persone che puntano direttamente alle bacheche dove è appeso, tra centinaia di fogli, anche il loro destino.
I tagli, si sa, faranno sentire il loro effetto proprio da quest’anno sia sulla didattica che in termini di posti di lavoro. E le conseguenze sono impensabili. Dopo anni di supplenze, nel 2006 Marina è finalmente entrata in ruolo per insegnare tecnologia negli istituti professionali ma adesso il ministero, per evitare assunzioni in altri comuni della provincia, l’ha trasferita a Guidonia: le sue ore «romane» le hanno divise tra gli altri docenti più anziani rimasti nella scuola. Lei, madre di due bambini, ha fatto ricorso per tornare a Roma ma l’alternativa, per cumulare le 18 ore settimanali da contratto, è farne 6 in tre istituti diversi. Una manovra che, a cascata, andrà a penalizzare, fino ad estrometterli dal sistema scolastico, gli insegnanti precari che si nutrivano proprio di quegli spezzoni di ore, da quest’anno assegnati a docenti di ruolo. L’ unica speranza è che alcuni colleghi rifiutino di lavorare di più così da reimmettere sul «mercato» un monte ore a quel punto amministrato direttamente dai presidi per chiamate individuali (sotto le sei ore spetta alla scuola che ne fa richiesta ndr ).
Ma la riorganizzazione del settore decretata dai ministri Gelmini e Tremonti porterà a un calo di docenti anche in altri ambiti. «A parte i pensionamenti - spiega Mimmo Rossi, segretario della Cgil Scuola di Roma e Lazio - nella nostra regione saranno 300 gli insegnanti in meno alla primaria, 1100 alle medie e 1200 alle superiori. Mentre il cosiddetto personale Ata (amministrativi e bidelli) vedrà una contrazione di 1.300 unità». Se nemmeno chi è in ruolo è riuscito a conservare la sua cattedra, poco resterà per i supplenti e i precari che ogni anno venivano sistemati con incarichi annuali.
In pratica molti di loro usciranno dal precariato non in direzione dell’assunzione ma della definitiva disoccupazione. E si parla di gente - sottolinea Rossi - che non ha cassa integrazione o ammortizzatori sociali. In più, soltanto a Roma 300 famiglie resteranno senza il tempo pieno che avevano richiesto e verrà quasi azzerata la compresenza di due maestre che consentiva un certo modello didattico. Infine le classi risulteranno più numerose e non saranno attivati molti indirizzi alle superiori con aumento del pendolarismo studentesco ». «I tagli sono un dato oggettivo - conferma il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Maddalena Novelli - ma quest’anno siamo comunque riusciti a immettere in ruolo, quindi ad assumere a tempo indeterminato, 873 insegnanti: tra il 25 e il 28 agosto sono previste le convocazioni. Per quanto riguarda l’aumento delle cattedre a 24 ore, si tratta soltanto di alcune materie e per i docenti c’è comunque il vantaggio di un aumento netto di circa 350 euro mensili. Per quelli che invece vengono trasferiti, c’è perfino la possibilità di chiedere il ricongiungimento familiare da quartiere a quartiere».