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Corriere-Scuola, la Sicilia ritarda l'inizio. Il ministero: sbagliano

Scuola, la Sicilia ritarda l'inizio. Il ministero: sbagliano L'assessore alla Cultura di Palermo: si torna in classe il 30 settembre, anche perché qui fa caldo. Avvio regolare delle lezioni nelle ...

23/08/2002
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Corriere della sera

Scuola, la Sicilia ritarda l'inizio. Il ministero: sbagliano

L'assessore alla Cultura di Palermo: si torna in classe il 30 settembre, anche perché qui fa caldo. Avvio regolare delle lezioni nelle altre regioni

ROMA - Ministero in subbuglio a caccia delle posizioni in graduatoria da rivedere. Centralini degli ex-provveditorati intasati dalle chiamate dei docenti che temono di perdere punti e di quelli che sperano di guadagnarne. E sindacati all'attacco. E' stato convulso e confuso, per il mondo della scuola, il "day after" della sentenza del Tar del Lazio: quella che ha bocciato i criteri di valutazione adottati dal ministero per i precari che hanno frequentato il corso di specializzazione (Ssis) e, approfittando delle pause, hanno anche effettuato supplenze. Il dicastero guidato da Letizia Moratti conferma un ricorso al Consiglio di Stato e ripete che "l'intoppo" non creerà ritardi all'avvio dell'anno scolastico. Ma intanto la giunta regionale siciliana, con un occhio al bel tempo, delibera lo slittamento di due settimane dell'inizio delle lezioni.
IL MINISTERO - "L'allarme non esiste. Per la prima volta, quest'anno siamo talmente in anticipo con la copertura del personale che, paradossalmente, potremmo persino rifare tutte le nomine". Pasquale Capo, il numero uno dell'amministrazione della istruzione pubblica, esce dal suo consueto riserbo per rassicurare precari, docenti e famiglie: "La scuola inizierà regolarmente". E la Sicilia? "E' una decisione impropria. Presa senza aver consultato il direttore generale regionale. E immotivata: l'anno è iniziato regolarmente, in passato, anche quando le operazioni di supplenza non erano ancora neanche state attivate". Il capodipartimento del ministero contesta i numeri forniti dai sindacati: "Quarantamila è il numero complessivo dei supplenti, non delle cattedre vuote. Dei 5-6 mila "sissini" non tutti hanno fatto supplenze e alcuni non sono rientrati in graduatoria. E' un fenomeno marginale". E "l'effetto domino"? "Può esserci - ammette - però questi docenti non sono in testa alle graduatorie, ma in coda. Il Tar gli ha tolto solo qualche punticino: 2 o 3".
IN SICILIA - "Spiacente, ma in Sicilia decido io" replica, alle critiche che gli piovono addosso, l'assessore alla pubblica Istruzione Fabio Granata (An). Ha deciso che nell'isola le scuole riapriranno il 30 settembre (e non il 17) e così sarà. "La questione delle supplenze messa a nudo dal Tar del Lazio c'entra fino a un certo punto - spiega Granata - il nodo principale resta il recupero delle tradizioni. Una volta si tornava tra i banchi il primo ottobre e tutto filava a meraviglia. In Sicilia ci sono le condizioni, anche climatiche, perché si ritorni al passato. Un assaggio c'è stato l'anno scorso quando ho reintrodotto l'obbligo del grembiule. Rispetterò l'unico obbligo che ho: far svolgere 200 ore di lezione. Credo che tante famiglie di siciliani mi ringrazieranno".

LA MAPPA - Il caso della Sicilia per ora è isolato. Solo la Basilicata valuta uno slittamento dall'11 al 16 settembre, ma per motivi estranei alla sentenza. Avvio regolare già confermato in Piemonte (il 9 settembre); in Lombardia (il 10); in Val d'Aosta (l'11); in Emilia Romagna, nelle Marche, nel Veneto, in Sardegna e in Abruzzo, in Calabria, Toscana, Umbria e Friuli-Venezia-Giulia (il 16); nel Lazio e in Liguria (il 18), e in Puglia (il 19).

I DUBBI - La coordinatrice degli assessori regionali all'Istruzione, Adriana Buffardi, chiede un incontro urgente al ministro Letizia Moratti: "Lo slittamento - dichiara - è un rischio concreto che potrebbe interessare anche altre regioni italiane, a partire dalla Campania". I sindacati stigmatizzano la decisione della Sicilia, ma ribadiscono che il problema esiste e, sottolinea il leader della Cgil Scuola Enrico Panini, "va affrontato con urgenza e per tutti alla stessa maniera". Massimo Di Menna della Uil Scuola chiede che "il ripristino delle graduatorie secondo il diritto, dando garanzie di uguale applicazione in tutta Italia".
Virginia Piccolillo (ha collaborato Enzo Mignosi)