Corriere/Veneto: ora di religione, la regione va allo scontro
CARLA PELLEGATTA * Segretaria Cgil del Veneto
Quello che si sta abbattendo sulla scuola pubblica è in realtà qualcosa di ben più profondo e ben più grave di una semplice riorganizzazione dovuta alla cosiddetta « riforma » Gelmini. L’ultima proposta dell’assessora Donazzan di rendere obbligatoria l’ora di religione, facendo riferimento all’identità religiosa e all’orgoglio cristiano, prefigurano l’avvio di uno scontro tutto ideologico e pseudoidentitario, forse per far passare in secondo piano i problemi veri della scuola, dalle condizioni strutturali di tantissimi istituti dove le aule erano state pensate per contenere un numero di alunni non superiore a 25\ 27 unità e non alle almeno 30 di oggi, alle questioni dei tagli indiscriminati che colpiscono migliaia di lavoratori precari, aggravando le condizioni della didattica e compromettendo pesantemente la qualità dell’istruzione col rischio di accrescere ulteriormente il già elevato tasso di abbandono scolastico. Ciò è tanto più grave a fronte di una crisi economica di cui non si vede l’uscita e che richiederebbe maggiori investimenti proprio sul terreno della ricerca, della formazione e dell’innovazione. L’obbligatorietà dell’ora di religione, per altro di dubbia legittimità, sbandierata con lo slogan dell’identità cristiana suona come l’ennesimo tentativo di usare la religione come una clava per rimarcare le differenze, per discriminare quanti, con altrettanta legittimità, professano fedi diverse o ( non meno legittimamente) non ritengono di professarne alcuna. Tale proposta è aggravata dalla persistente dimenticanza di chi continua a non capire che solo la difesa di una scuola pubblica e laica può garantire l’effettivo diritto a professare liberamente il proprio credo religioso. Ma questa sortita suona tanto più stonata in un Paese che, non più tardi di poche settimane fa, ha consentito al leader libico Gheddafi di pontificare, nel corso di una visita di Stato, su una del tutto improbabile oltre che improponibile islamizzazione dell’Europa a centinaia di ragazze pagate per fare ( bella) presenza, e a pochi giorni dagli spari ad altezza d’uomo da una motovedetta libica ai danni di un peschereccio italiano che si trovava in acque internazionali. Un episodio gravissimo, tanto più dopo l’affermazione di qualche uomo di Governo ( Governo, è bene ricordarlo, fondato sull’asse Lega-PDL) che per giustificare l’episodio ( definito alla stregua di un banale incidente) ha affermato che forse si è sparato nel dubbio che a bordo vi fossero immigrati clandestini. Il senso profondo della cristianità ( per altro approfondito nell’enciclica papale « Caritas in veritate » ) non si trasmette a colpi di imposizioni, ma praticando i concetti e i valori della solidarietà umana, della convivenza civile, della legalità e del rispetto delle differenze