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Formazione docenti, fioccano i corsi di materie in esubero

Il sindacato lancia l'allarme sull'istituzione dei Tfa negli atenei toscani Rapezzi (Flc Cgil): «Servono assunzioni o si rischia di creare solo precari»

06/05/2012
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l'Unità

Formazione dei docenti, il  sindacato lancia l'allarme.  Sono usciti anche in Toscana  i bandi per l'iscrizione  ai Tfa, i cosiddetti tirocini formativi  attivi ereditati dal ministro Gelmini,  in pratica un anno di studio a  numero chiuso da aggiungere al  normale corso di laurea. Andranno  a sostituire le vecchie Ssis chiuse  nel 2007, e daranno la possibilità  agli aspiranti docenti di prendere  l'agognata abilitazione. Ma è  davvero così? Le parti sociali sostengono  di no e denunciano: il rischio  è di illudere centinaia di studenti  che, oltre ad accollarsi fatica  e costi per il diploma finale (la retta  all'università di Firenze è di  2200 euro), non saranno, poi, in  grado di accedere concretamente  alla professione, già inflazionata a  dismisura e segnata da un precariato  dilagante.  «Nessuno vuole negare ai giovani  la possibilità di insegnare, ci  mancherebbe altro dice il segretario  regionale della Flc Cgil Alessandro  Rapezzi ma non si può solo  pensare a creare nuovi meccanismi  di reclutamento senza una programmazione  seria delle assunzioni.  Vorremmo che il governo riflettesse  su quale tipo di scuola vuole,  facesse chiarezza e decidesse una  volta per tutte se il concorso ci sarà o  no». Un primo problema, secondo il  sindacato, è che l'istituzione dei Tfa  nasce da una collaborazione tra Ministero  e Università che dà a quest'ultima  la facoltà di organizzare i corsi  a propria discrezionalità, secondo le  risorse disponibili. Per fare un esempio,  per la classe di concorso A043  alle medie, quella per intendersi di  italiano storia e geografia, sono previsti  100 posti in Toscana tra gli atenei  di Firenze, Pisa e Siena (40 per  lingua straniera e 50 per matematica  alle medie, tanto per fare un esempio),  ma difficilmente, vista la situazione,  nonché l'ultimo annuncio del  governo di ulteriori tagli al sistema  scolastico, saranno tutti assunti una  volta concluso il loro iter. Al massimo  potranno andare ad aggiungersi  alla lista dei precari che affollano le  graduatorie ad esaurimento, ma anche  su questo non è ancora stato detto  niente di preciso. Da rilevare anche  che tra le classi di concorso attivate  dagli atenei toscani, la gran  parte delle quali con posti in esubero,  manca quella di educazione tecnica  (A033), tra le poche discipline  a necessitare davvero di personale,  dal momento che la graduatoria  del concorso è terminata e quella  ad esaurimento non riesce a coprire  le supplenze, tanto che queste  vengono affidate da anni a docenti  non abilitati presenti in terza  fascia. «Eppure per educazione tecnica  il Ministero dei posti li aveva  previsti continua Rapezzi ma se  non sono qui dove vanno? La verità  è che non c'è congruenza fra i  Tfa autorizzati e il loro fabbisogno.  La responsabilità è sia del Ministero  che dell'Università che non hanno  saputo dare la risposta giusta a  un problema reale». Insomma, si  delinea un quadro di estrema incertezza  dove nessuno saprà se, come  e quando sarà reclutato. Si è fatto  un gran parlare di un imminente  concorso, ma poi la cosa è finita lì,  intanto nessuno sa se i Tfa daranno  l'accesso o meno alle graduatorie  a esaurimento e sarà creata  un'ulteriore fascia di personale abilitato.  Tutte questioni poste nero  su bianco da tutte le sigle sindacali  toscane di categoria in una lettera  inviata pochi giorni fa alla direttrice  dell'ufficio scolastico regionale  Angela Palamone e ai rettori dei  tre atenei toscani e che saranno ribadite  nell'incontro al Ministero il  14 maggio. «Il governo deve dire  quante persone e come verranno  assunte nei prossimi anni conclu-   de Rapezzi questo deve essere il  punto di partenza di qualsiasi discussione  sulla scuola».

SONIA RENZINI FIRENZE srenzini@unita.it