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Gazzetta del Mezzogiorno-_Bari-Scuola, troppa confusione

parlano i capi d'istituto Scarsa conoscenza e decreti poco chiari. E i genitori puntano sul "sicuro" Scuola, troppa confusione Le iscrizioni? "Solo tendenze che possono essere smentite" ...

22/01/2006
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La Gazzetta del Mezzogiorno

parlano i capi d'istituto Scarsa conoscenza e decreti poco chiari. E i genitori puntano sul "sicuro"

Scuola, troppa confusione

Le iscrizioni? "Solo tendenze che possono essere smentite"

Allarmismo esagerato, mancanza di conoscenza del problema per scarsa informazione, ma anche l'ammissione che il mondo della scuola sta attraversando un altro momento di confusione. Una cosa è certa: la riforma Moratti, che entrerà in vigore il primo settembre del 2007, non fa dormire sonni tranquilli. Il cosiddetto doppio canale, ossia la scelta che l'utenza scolastica dovrà operare tra indirizzi professionali gestiti dalla Regione e l'indirizzo liceale (una sorta di piovra a otto tentacoli), in un certo senso spaventa proprio per difetto di conoscenza. Sia ben chiaro: gli utenti non hanno colpa. Il vero problema è che ad un anno e mezzo dall'entrata in vigore della riforma (sempreché ad aprile non cambi quadro politico col rischio che la riforma sia cancellata), molte cose ancora non quadrano, anche per mancanza dei decreti attuativi. Ad esempio quali e quanti indirizzi confluiranno nell'uno o nell'altro canale? Per altri versi non si hanno neppure informazioni precise sul numero esatto degli studenti che hanno scelto l'indirizzo liceale: le scuole medie inferiori trasmetteranno i dati alle superiori solo alla scadenza del termine della presentazione delle domande: il 25 gennaio (mercoledì prossimo). Eppoi, di boom si è parlato solo ed esclusivamente perché durante le visite domenicali negli istituti, durante l'operazione "scuole aperte", per la presentazione dei Pof (Piani di offerta formativa), la maggior parte dei genitori ha espresso la volontà di iscrivere i figli ai licei, non essendo ancora chiaro il destino dei professionali, se non altro perché siamo ancora nella fase sperimentale. Allarmismo da un lato e riforma ancora lacunosa dall'altro: questi gli stati d'animo che si possono sintetizzare in questo momento. "La tendenza a privilegiare i licei - osserva il dirigente scolastico dell'istituto tecnico professionale Panetti, Antonio Aulenta - non è una novità: è vecchia di anni. Lo stesso orientamento prescinde da una conoscenza concreta della realtà delle scuole superiori. E non tutti hanno capito bene i termini della riforma.. Non si conoscono bene neppure i contenuti dei programmi. Tutto ciò genera un inevitabile allarmismo: un quadro più preciso lo avremo quando faremo il conteggio delle iscrizioni". Ma c'è anche chi sdrammatizza: ritenere che chi sceglie uno degli indirizzi professionali gestiti dalla Regione possa correre il rischio di finire in una scuola di serie B, è esagerato. "L'idea che si possa finire nelle grinfie della Regione - dice Antonio Guida, preside dell'Itc Giulio Cesare - è un tabù che va sfatato. Molto dipende dalla storia e quindi dal prestigio che ha ogni singolo istituto può vantare: il mio, ad esempio, ha 150 anni di vita, una tradizione alle spalle e molti si iscrivono per questo. Siamo insomma ad un "si salvi chi può" che mi sembra francamente esagerato". "I licei che scoppiano di iscritti è un problema serio" per il preside dello scientifico Salvemini, Saverio Meledandri. Dice: "Noi non possiamo accettare le iscrizioni con riserva, come hanno fatto alcuni istituti. Se il boom sarà confermato cercheremo di reperire ulteriori spazi. Poi si vedrà. I licei del resto sono stati sempre considerati scuole in grado di garantire una formazione di base e una flessibilità. L'unica mia preoccupazione è che con questa riforma si possa mettere mano ai licei modificandone alcune prerogative. Un esempio: il Latino. C'è il timore che questa materia possa essere trattata in maniera più discorsiva e un po' meno metodologica, una caratteristica quest'ultima che mette gli studenti nelle condizioni di ragionare". Di "allarmismo esagerato" parla anche il preside dell'istituto professionale Gorjux, Antonio Pacifico. "Io non mi aspetto grossissimi contraccolpi dalle iscrizioni e dall'entrata in vigore della riforma - afferma - anche perché questa fase di orientamento sta servendo ai professori deputati a questo compito proprio per mettere a fuoco le attitudini e le inclinazioni degli studenti, illustrando gli indirizzi più indicati per loro. La realtà è che anche noi operatori non abbiamo le idee molto chiare. Il concetto di equivalenza, ad esempio, ossia gli indirizzi che finiranno nei licei e quelli che confluiranno nei professionali, non è stato afferrato da tutti. Colpa anche degli ultimi due decreti che non hanno contribuito a fare chiarezza". Nicola Patruno

21/01/2006