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Gazzetta del MEzzogiorno/Basilicata: La proposta «ragazzi a scuola fino a 16 anni»

Cidi, Legambiente e Provincia

18/05/2006
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La Gazzetta del Mezzogiorno

Potenza

al seminario «Tutti a scuola fino a 16 anni: come rinnovare il biennio della scuola superiore» a cura del Cidi di Potenza, Legambiente Scuola e formazione Basilicata e Provincia di Potenza, con il patrocinio dell'Irre di Basilicata, ha messo in campo il tema dell'innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni ed in prospettiva a 18. Nell'aprire i lavori Daniela de Scisciolo, presidente del Cidi Potenza, ha evidenziato l'importanza dell'innalzamento dell'obbligo per una scuola che voglia riaffermare la sua natura di agenzia formativa civile e democratica. I relatori hanno concordemente sottolineato che l'innalzamento non va visto nell'ottica dell'atto legislativo, ma del mutamento culturale. I docenti devono sentirsi protagonisti di un percorso che, ha affermato Domenico Chiesa, presidente nazionale del Cidi, oggi giunge, con il biennio dell'obbligo, alla sua terza fondamentale tappa, dopo la scuola elementare dell'obbligo dell'Ottocento e la scuola media dell'obbligo del '62. Una vera e propria filosofia per restituire alla scuola il compito di formare cittadini capaci di compiere scelte consapevoli, sulla base di una strumentazione non più solo minima. L'obiettivo polemico è la legge Moratti che costringe ragazzi di 14 anni a optare per scuole professionali o licei, sotto la pressione dei modelli familiari e delle condizioni socio-economiche. Carlo Fiorentini, coordinatore gruppo nazionale Cidi sul curricolo, ha evidenziato che la fatica che la scuola fa a tenere gli studenti nella fase di passaggio tra i due livelli può essere superata solo con cambiamenti didattici che rendano l'insegnamento motivante e coinvolgente. Per Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale Legambiente Scuola e formazione, è fondamentale, per rendere vitale l'innovazione, l'assunzione di un'ottica collettiva tra i soggetti interni alla scuola e tra questi e le istituzioni locali, uscendo dall'equivoco che la scuola possa e debba risolvere i problemi del territorio. Sono stati affrontati gli aspetti tecnici del biennio dell'obbligo, che Chiesa ha proposto come unitario ma non unico, e dell'organico funzionale, cancellato di fatto dalla riforma Moratti, che invece Paolo Laguardia, segretario provinciale federazione lavoratori conoscenza Cgil, ripropone anche per il primo e secondo grado di insegnamento. Nel corso del dibattito Aurelia Restaino, docente dell'Ipaa, ha illustrato il progetto di alternanza scuola-lavoro realizzato dall'Istituto, sottolineandone la valenza orientativa e di inserimento nella realtà operativa. L'assessore provinciale, Domenico Vita, ha sostenuto la centralità delle risorse umane per la crescita della società, secondo l'agenda di Lisbona; fattori determinanti valorizzare la professionalità e l'autorevolezza degli insegnanti e rendere le scuole luoghi sicuri e piacevoli da vivere, il che pone il problema dei bilanci delle istituzioni locali. L'assessore ha accolto la proposta di Domenico Chiesa di istituire un laboratorio provinciale, in cui le scuole si mettano in rete e si confrontino in una logica di collaborazione e non di concorrenza.