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Gazzetta del Mezzogiorno-Con i tagli in Puglia a rischio tra i 500 e 1000 posti di lavoro"

"Con i tagli in Puglia a rischio tra i 500 e 1000 posti di lavoro" ROMA "In Puglia gli organici sono già all'osso e se in finanziaria passa il taglio del 2% dei docenti, nella nostra reg...

17/11/2004
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La Gazzetta del Mezzogiorno

"Con i tagli in Puglia a rischio tra i 500 e 1000 posti di lavoro"

ROMA "In Puglia gli organici sono già all'osso e se in finanziaria passa il taglio del 2% dei docenti, nella nostra regione perderemmo dai 500 ai 1000 posti nella scuola, con un ulteriore danno per l'offerta formativa", denuncia il responsabile della Cgil scuola della Puglia, Gianni Milici, partecipando alla manifestazione indetta da sindacati confederali e Gilda per lo sciopero generale della scuola. Dalla Puglia sono partiti 30 pullman alla volta della capitale, ma "se il tempo fosse stato più clemente saremmo stati molti di più", aggiunge il segretario provinciale della Uil scuola di Bari, Andrea Misceo. Le ragioni della protesta sono le stesse che portarono la scuola in piazza un anno fa, rafforzate dalle difficoltà applicative della riforma Moratti, dal mancato rinnovo del contratto e dalle voci dei tagli in finanziaria di cui il ministro dell'Istruzione assicura di non sapere nulla:"A questo punto ci aspettiamo un degno riscontro da parte del Ministro", afferma il responsabile regionale della Cisl scuola, Attilio D'Ercole, ponendo l'accento sulla "dignità" degli insegnanti, che dalla politica della Moratti esce bistrattata. "Come se non bastasse la controriforma della scuola, ora è arrivato in parlamento il provvedimento che rivede lo stato giuridico dei docenti, che è un attacco alla libertà d'insegnamento, perché verrebbe meno un sistema oggettivo di riferimento per la carriera e il reclutamento degli insegnanti, assunti direttamente dai dirigenti scolastici", afferma Milici. In questo modo "si riporterebbe indietro la scuola di 30 anni, tentando di sottrarre ruolo alle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie, con la contrattazione d'istituto", aggiunge Misceo. Non per nulla, ricorda Milici, "lo scorso 29 ottobre, su nostra sollecitazione, il consiglio regionale pugliese ha approvato, all'unanimità, un ordine del giorno per esprimere il dissenso da questo tentativo di mettere sotto tutela gli insegnanti, esponenti di un sistema pubblico di istruzione che questo governo vuole privatizzare. Infatti - osserva il segretario della Cgil scuola Puglia - se è il dirigente scolastico a scegliermi, il mio rapporto con la scuola diventa personale". Ecco perché, per essere assunti, ai nove docenti precari pugliesi che hanno partecipato al corteo non resta che votarsi a San Precario Martire, il protagonista di alcune tavole realizzate da un'insegnate pugliese. A preoccupare il professor Camillo Carbonara, che insegna al Primo circolo didattico del quartiere San Paolo, è la difficoltà applicativa della riforma Moratti: la riduzione dell'orario scolastico da 30 a 27 ore, l'introduzione del tutor e "l'impoverimento dell'offerta formativa" che ha determinato. Le tre ore opzionali "erano un espediente per coinvolgere le famiglie nella programmazione scolastica, ma i genitori le hanno spesso confuse con la possibilità di delegare alla scuola attività che prima i loro figli svolgevano nell'extrascuola, dalla musica alla piscina", sostiene il maestro. Mentre sul tutor, una figura di raccordo introdotta dalla riforma, il collegio dei docenti del Primo circolo ha votato un ordine del giorno in cui si sottolinea che "l'attività di tutoraggio va affidata a tutti i docenti e non ad uno solo, una decisione assunta dalla maggior parte dei collegi", assicura Carbonara. "Non si può tornare al maestro unico in maniera surrettizia e alla gerarchizzazione delle figure docenti", tuona Milici, che contesta anche il Portfolio, il nuovo sistema di valutazione per la scuola primaria e media di primo grado, "molto affidato alla spontaneità dei docenti e alle case editrici che hanno pubblicato dei modelli prestampati, perché non c'è stato un corso di formazione o una chiara indicazione da parte del Ministero". Alessandra Flavetta

16/11/2004