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Gazzetta del MEzzogiorno- Diritto allo studio, la Puglia conquista la "maglia nera

Inchiesta sul 2003 Solo 476 euro a studente, dice uno studio del Ministero Diritto allo studio, la Puglia conquista la "maglia nera" Per il 2005 già stanziati 10, 8 milioni di euro ...

26/08/2005
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La Gazzetta del Mezzogiorno

Inchiesta sul 2003 Solo 476 euro a studente, dice uno studio del Ministero

Diritto allo studio, la Puglia conquista la "maglia nera"

Per il 2005 già stanziati 10, 8 milioni di euro ai Comuni

iBARI La Puglia "maglia nera" per il diritto allo studio. In base al dossier "La scuola in cifre 2005" (ma i dati si riferiscono al 2003) elaborato dalla Direzione generale per gli studi e la programmazione del Ministero dell'Istruzione e i cui dati sono stati pubblicati ieri dal quotidiano "Il Sole 24ore", la Regione Puglia spende, ogni anno, per ogni studente, 476 euro, contro i 1.384 euro dell'Emilia Romagna e i 1.382 euro della Lombardia. Anche per quanto riguarda la quota statale, la Puglia conserva l'ultimo posto con 4949 euro. "Negli ultimi anni - dice Gianni Milici, segretario regionale della Cgil scuola - è mancata in Puglia una vera politica per il diritto allo studio. Basti pensare che la legge attualmente in vigore, risale ad una ventina di anni fa. Abbiamo chiesto un incontro al presidente della regione, Vendola, al quale diremo, come hanno già fatto gli studenti medi e universitari, di avviare finalmente una seria ed incisiva politica per la scuola. A cominciare dai criteri per qualificare la spesa pubblica in questo settore, che si deve basare non solo sul reddito familiare, ma anche sul merito. Se la Puglia - aggiunge Milici - occupa oggi l'ultimo posto nella classifica della spesa regionale per la scuola, lo si deve alle scelte dei governi regionali, e in particolare della giunta Fitto, che non hanno investito sulla scuola pubblica, puntando sull'aiuto alle famiglie, in linea con la filosofia del ministro Moratti e del governo di centrodestra". Il sei agosto scorso la giunta regionale ha approvato il piano regionale per il diritto allo studio per il 2005, destinando 10 milioni e 800mila euro ai Comuni che faranno richiesta. Il settore Ragioneria recupererà anche le eventuali economie che le amministrazioni hanno realizzato sui contributi erogati nel 2004. La richiesta di contributi, invece, ammonta a 70.263.933 euro. Un dato che mostra esigenze e attese degli enti locali che devono accontentarsi, invece, solo del 15.37 %o della propria richiesta. L'impegno della Regione a contribuire al diritto allo studio spazia dalle scuole per l'infanzia (sono 5.872 sezioni) alle scuole primarie (10.892 classi per 219.439 studenti) di primo grado, alle medie inferiori (6.668 classi per 148.687 studenti) e alle superiori (10.735 classi per 227.984 studenti), private e pubbliche. Sono interessati anche il servizio mensa, le scuole per l' infanzia, il servizio di trasporto, i posti in convitto e altri interventi. Per il servizio mensa l'importo globale ammonta a 4.522.378 euro (rispetto ai 3.563.053 dell'anno scorso). A seconda dell'indice di complessità, verranno destinati, per 180 giorni, contributi, per ogni scuolabus del Comune o in convenzione, che variano da 1.000 a 1.400 euro. Insomma, l'importo globale destinato è di 1.994.725 euro (rispetto a 1.908.227 dell'anno scorso). Per le scuole materne è previsto un contributo di 1.770.000 euro (1.565.200 nel 2004). Fondi anche per i posti in convitto: 100 euro per ogni alunno convittore e 50 per ogni semiconvittore. . "Siamo riusciti a ottenere maggiori fondi - ha dichiarato l'assessore Paola Balducci - ma faremo un discorso di più largo raggio per aiutare le famiglie a realizzare il diritto allo studio in senso ampio. Prevediamo anche di estendere agli studenti universitari il trasporto ferroviario. Anche per le scuole materne faremo il possibile per migliorare e dare possibilità a tutti di accedere ad asili nido e scuole per l'infanzia. La riforma riguarda anche le mense scolastiche. Sarà un piano di ristrutturazione globale e partirà a settembre". v.los.

25/08/2005
Milici (Cgil scuola) accusa: non c'è mai stata una politica seria nel settore e la legge in vigore è vecchia di oltre vent'anni