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Gazzetta di Mantova: La precarietà fatta sistema

Nel vasto mondo della conoscenza (arte, formazione, ricerca, scuola, università) è concentrata una quantità di precariato altissima stimabile in oltre 250.000 lavoratori che, a vario titolo, hanno rapporti di lavoro a termine.

07/04/2006
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Gazzetta di Mantova

La precarietà fatta sistema
Nel vasto mondo della conoscenza (arte, formazione, ricerca, scuola, università) è concentrata una quantità di precariato altissima stimabile in oltre 250.000 lavoratori che, a vario titolo, hanno rapporti di lavoro a termine. Una situazione insostenibile, che nega diritti e certezze ad un esercito di giovani.
Inaccettabile che la precarietà da condizione di emergenza (come è stata per un lungo periodo) sia diventata la condizione ordinaria di accesso al lavoro, risultando il rapporto a tempo indeterminato una modalità residuale. La precarietà fa male alle persone ed inevitabilmente fa male al lavoro. La conoscenza lavora sui tempi lunghi: da quelli relativi ai tempi di apprendimento dei ragazzi a quelli relativi allo sviluppo e conclusione di un progetto di ricerca.
La precarietà portata a sistema interviene negativamente proprio su questo aspetto fondamentale e riduce a merce una dimensione etica (alcuni preferiscono parlare di motivazione) dell’approccio all’istruzione ed alla ricerca che ne rappresenta il tratto fondamentale. Quando si va dal 20% di precariato nella scuola fino al 60- 70% in alcuni enti di ricerca è chiaro di che cosa parliamo.
Nel settore della conoscenza l’aumento abnorme della precarietà significa ridurre la capacità dei luoghi pubblici di dare risposte alle esigenze, significa precarizzarne il funzionamento. In ciò passa una politica di diritti condizionati per chi frequenta una scuola o un’università e passa una marginalizzazione ulteriore della nostra ricerca pubblica. Si diffondono di più la privatizzazione e il mercato minando il funzionamento degli apparati piuttosto che con grandi battaglie ideologiche! Anche per questa ragione il governo Berlusconi si è profuso nella precarizzazione selvaggia. Alla vigilia di un grande ricambio generazionale la situazione si presenta ancora più drammatica. In pochi anni un numero altissimo di docenti e ricercatori andranno in pensione per raggiunti limiti di età. La nostra lotta alla precarietà tiene conto anche di questo aspetto. Il percorso congressuale della Flc ha dedicato una parte significativa della discussione proprio a questo tema, nel Congresso nazionale abbiamo tenuto una sessione specifica a partire dalla nostra parola d’ordine «Un lavoro stabile per la qualità ed i diritti». La Flc rivendica 150.000 assunzioni a tempo indeterminato nei comparti della conoscenza. Ci sono già i posti in organico necessari per procedere e ci sono decine di migliaia di docenti, ricercatori, ata con i titoli necessari. E’ un problema di volontà politica. Rilanceremo questa nostra rivendicazione al prossimo governo.
Inoltre, vogliamo assumere la rappresentanza organizzativa e contrattuale diretta di questi lavoratori e individuare contrattualmente gli spazi per affrontare condizioni di lavoro ogni giorno di più intollerabili in tema di retribuzioni e riconoscimento dei diritti. E poi tanta iniziativa, come si conviene per un sindacato.
Salvatore Altabella Flc Cgil scuola Mantova