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Il Giornale di Calabria: La Calabria sarà penalizzata

I sindacati si oppongono ai provvedimenti del Governo in materia di pubblica istruzione

18/07/2008
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Il Giornale di Calabria

CATANZARO. I sindacati calabresi dicono no ai provvedimenti del governo in materia di istruzione. Con una nota del segretario Roberto Castagna, la Uil Calabria contesta il decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, esprimendo “grande preoccupazione circa le prospettive e la tenuta delle Università in Italia”. Il decreto, a parere di Castagna, “tende a ledere ed a compromettere le caratteristiche proprie di istituzione pubblica statale: democratica, autonoma e laica, con pericolosi effetti di privatizzazione, insiti nella possibile trasformazione degli Atenei in Fondazioni, accompagnati dal concreto, contemporaneo, disimpegno dello Stato nel finanziamento ordinario della formazione superiore. Il provvedimento governativo, peraltro assunto con procedura d’urgenza al di fuori del dibattito parlamentare e della concertazione interistituzionale, lede l’autonomia del sistema universitario, compromette l’ordinaria attività didattica, riduce drasticamente lo sviluppo della ricerca, incide in modo negativo sui servizi amministrativi e di supporto. Il complessivo effetto di questo ridimensionamento delle risorse potrebbe comportare, implicitamente, - dice Castagna - l’aumento insostenibile delle tasse per gli studenti e, di conseguenza, la riduzione dell’apertura sociale dell’Università con ricadute inevitabili, quali l’impoverimento culturale generale del paese sul piano dei saperi scientifici e delle competenze professionali qualificate. Soprattutto per il sistema universitario calabrese, che presenta punte di eccellenza, le prospettive sono negative. Con notevoli sforzi, le nostre Università sono riuscite rimanere in un sistema fortemente competitivo in posizioni ragguardevoli, sono riuscite ad essere il riferimento certo di formazione per tanti giovani e per le loro famiglie. La dissoluzione del sistema universitario in Calabria - avverte Castagna - non può passare come uno dei tanti provvedimenti di questo governo, senza che la società civile sollevi una sentita ed accorata protesta per sostenere che non venga smantellata l’Università pubblica. Essa, invece, va riformata e rilanciata nel suo ruolo - riconosciuto da tutti - di promotrice dello sviluppo culturale ed economico”. Anche la Flc Cgil Calabria, con il segretario Gianfranco Trotta, “esprime tutto il proprio netto e deciso dissenso in merito a quanto previsto nel D.L. 112 relativamente alle attenzioni che vengono dedicate al mondo della scuola dell’Università, della ricerca e dell’AFAM. Infatti, - spiega - il decreto legge 112 del 25 giugno scorso prevede complessivamente tagli di 143.000 unità di personale (100.000 docenti e 43.000 ata -personale amministrativo, tecnico e ausiliario) nell’arco del triennio 2009-2010: un vero dramma che peserà come un macigno nella scuola”.Il decreto parla di: aumento degli alunni per classe, ritorno al maestro unico nella scuola primaria, taglio del tempo pieno e prolungato, ridimensionamento degli istituti tecnici e professionali, taglio delle ore curriculari, modifica dei programmi, accorpamento delle classi di concorso, revisione dei criteri per la formazione delle classi, riduzione del sostegno per gli alunni disabili, tagli all’educazione per gli adulti. “È una vera e propria aggressione - dice il sindacalista - ai punti di qualità ed eccellenza della scuola italiana e viene intaccato il diritto sancito dalla Costituzione Italiana ad una scuola pubblica di qualità in grado di garantire alle nuove generazioni un futuro migliore e che sino ad oggi ha permesso al nostro Paese una forte crescita culturale e quindi economica. Contestualmente al taglio è stato emanato un maxi bando per aspiranti supplenti bidelli e amministrativi nelle scuole per prospettive di lavoro praticamente inesistenti, fermo restando i tagli annunciati. Per quanto riguarda le Università Statali, “la riduzione dei trasferimenti, e più complessivamente delle risorse disponibili, - dice Trotta - realisticamente non compensabili con nuove e diverse entrate, in un quadro, per di più di evidente sottofinanziamento, provocherà il rapido impoverimento della didattica, della ricerca e dei servizi amministrativi. La limitazione improvvisa, indiscriminata e pesante del turn over, contraddice l’esigenza di un ricambio generazionale della docenza, la cui età media è molto alta”. Il Decreto prevede, inoltre, la possibilità di trasformare le Università in Fondazioni di diritto privato, “cioè il passaggio da istituzioni pubbliche ad organizzazioni private, prevedendo il trasferimento dell’intero patrimonio e del personale dell’università ad un soggetto privato compromettendo, quindi, alla radice la possibilità di mantenere nel nostro Paese un luogo di ricerca e didattica libero così come prevede la Costituzione. I tagli indiscriminati previsti di 500 milioni di Euro sul FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) nei prossimi 3 anni, per un complessivo taglio graduale di 1,5 Miliardi di Euro entro il 2013 pregiudicheranno la regolare attività didattica ed il normale funzionamento degli Atenei; l’ulteriore taglio (10%) del salario accessorio, annulla, di fatto, la Contrattazione Integrativa negli Atenei. Nel sistema scolastico calabrese, già fortemente indebolito dai continui massicci tagli di organici degli ultimi anni (7.200 posti tagliati dal 2003 ad oggi di cui 1500 circa per l’anno scolastico prossimo) e che a stento garantisce il tempo scuola, tutto ciò - secondo la Flc-Cgil - causerebbe il collasso del sistema stesso”.