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La Gazzetta del Mezzogiorno: Bari, 10 mila prof senza cattedra

.200 insegnanti in meno e 400 fra bidelli, assistenti tecnici e amministrativi soltanto in provincia di Bari, 3.646 le cattedre che saltano in tutta la Regione.

30/03/2009
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La Gazzetta del Mezzogiorno

di ANTONELLA FANIZZI
«Diecimila insegnanti della provincia di Bari sono condannati alla disoccupazione. E non soltanto per il prossimo anno: la politica dei tagli, l’introduzione del maestro unico, la riduzione del tempo scuola alle medie e alle superiori avranno effetti anche in futuro». La Flc-Cgil riparte dai precari. E per domani pomeriggio organizza una assemblea provinciale per discutere di posti di lavoro spazzati via dalla riforma Gelmini e dalla Finanziaria Tremonti, di contrazione delle risorse destinate a pagare le supplenze, di graduatorie. L’appuntamento è alle 17 al circolo didattico Re David di via Omodeo. A tradurre in cifre la disperazione dei docenti che continuano a sognare il contratto a tempo indeterminato è Angela Giannelli, punto di riferimento del settore precari per il sindacato.
«Negli elenchi provinciali - spiega - compaiono 19.882 nominativi: è il numero esatto degli abilitati all’insegnamento attualmente inseriti in graduatoria. Questa cifra non serve però a individuare le persone: un docente ha infatti almeno due abilitazioni. Significa che può insegnare più di una materia. Fra nuovi immessi e precari storici, quanti aspettano il ruolo sono all’incirca 10mila fra maestri e professori». Dati che stridono con la riduzione dei posti annunciata dal Governo: 1.200 insegnanti in meno e 400 fra bidelli, assistenti tecnici e amministrativi soltanto in provincia di Bari, 3.646 le cattedre che saltano in tutta la Regione.
«Ci sono invece i presupposti - afferma Giannelli - per incrementare le assunzioni, che sarebbero giustificate dall’elevato numero dei pensionamenti. Nel Barese 1.029 sono i docenti che lasciano l’incarico a partire da settembre».
Medesima la situazione del personale Ata: a fronte di 1.310 pensionamenti, i tagli ammontano a 453 posti in provincia di Bari. Altro fenomeno che desta preoccupazione è quello delle maestre-nonne. Chiarisce la sindacalista: «L’età media dei docenti di ruolo è elevata. Alle materne e elementari, dove le nuove energie e il ricambio generazionale sono indispensabili, le maestre hanno i capelli bianchi. Eppure proprio in questo ordine di scuola, per effetto dell’introduzione del maestro unico rispetto al team di tre docenti che ruotano su due classi, ci saranno i soprannumerari. Non va meglio alle superiori: i professori di ruolo hanno in genere una cinquantina d’anni».
I precari sono annientati. E le notizie che arrivano da Roma certo non sono incoraggianti. La commissione che ha ricevuto il compito dal Parlamento di creare un nuovo sistema di reclutamento mette il primo paletto: concorsi commisurati al fabbisogno. Il nuovo sistema, che dovrebbe entrare in vigore dal 2011-2012, introduce un nuovo percorso: laurea magistrale, concorso in base alle percentuali di posti individuati dal Governo, un anno di tirocinio, esame di abilitazione, graduatorie regionali e poi chiamata diretta da parte dei presidi. L’allarme alle porte riguarda i supplenti: quest’anno stanno lavorando 2.700 docenti. Se i tagli saranno confermati, più di mille insegnanti resteranno a casa. La Flc-Cgil sta organizzando i pullman per partecipare alla manifestazione nazionale dei lavoratori della scuola, dell’università e della ricerca promossa per sabato 4 aprile.