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La Nuova Sardegna: Merito e master, noi siamo i primi

Per una volta la Sardegna non è il fanalino di coda, e anzi è tra le regioni più avanzate del nostro paese. E dispiace che non venga mai citata quando si parla di eccellenza, e che si preferica cercare esempi fuori dall’Italia, quando

27/08/2008
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Nuova Sardegna

Assegni di merito, master and back, lotta all’abbandono scolastico. Per una volta la Sardegna non è il fanalino di coda, e anzi è tra le regioni più avanzate del nostro paese. E dispiace che non venga mai citata quando si parla di eccellenza, e che si preferica cercare esempi fuori dall’Italia, quando una vota tanto i migliori esempi sono proprio sotto i nostri occhi». Parola di Caterina Pes, deputato Pd, membro della commissione cultura della Camera, insegnate di storia e filosofia al liceo «De Castro» di Oristano. Una che di scuola se ne intende insomma: «E che sta combattendo - sottolinea - in commissione contro la riforma del centro destra, classista e non rispettosa del valore che l’istruzione ha nel nostro paese».
«La scuola è sotto attacco - spiega Pes - come sempre d’altronde è stato con il centrodestra al governo. Basti pensare che i due più duri colpi alla meritocrazia sono stati dati dal primo governo Berlusconi con l’abolizione degli esami di riparazione, e dal secondo con l’eliminazione dei commissari esterni alla maturità. Ora sta arrivando il terzo assalto». Primo punto crtitico i tagli: «Su 20 miliardi di tagli alla pubblica amministrazione, 8 sono a scuola e università. Con il blocco del turn over - continua il deputato - che determinerà una contrazione delle cattedre tale da influire negativamente sulla qualità dell’offerta formativa e renderà più difficile garantire il sostegno ai diversamente abili. Stessa cosa accadrà nella scuola primaria, col paventato ritorno al maestro unico, e nella scuola secondaria, con l’accorpamento delle aree disciplinari delle classi di concorso». Ancora: «Manca la formazione continua degli insegnanti - spiega Pes - non c’è nessun investimento sull’aggiornamento disciplinare-pedagogico. Ci sarà la cancellazione dell’innalzamento a 16 anni dell’obbligo di istruzione introdotto dal Governo Prodi. Si potrà infatti assolvere tale obbligo anche nel sistema regionale della formazione professionale, aprendo la strada ad una scuola classista proprio quando i più importanti studi americani ed europei insistono su quanto sia fondamentale per il successo scolastico il contesto sociale da cui si parte. In questo caso la scelta precoce a quattordici anni fra istruzione da una parte e formazione professionale dall’altra finisce per precludere, alla fascia più debole della popolazione, il conseguimento, che solo la scuola può garantire, di una cittadinanza consapevole». Un quadro nazionale preoccupante insomma da cui però la Sardegna si diffrenzia nettamente: «La Regione sta lavorando davvero bene - spiega Caterina Pes - e anche in modo molto creativo. Prima di tutto con gli assegni di merito: una vera rivoluzione. Si parla di aiuti dai 3000 ai 6000 euro per gli studenti universitari, e si potranno ottenere rimanendo in corso negli studi e avendo una media del 28. Alta ma non irragiungibile. E poi premilità per i giovani diplomati con 80/100. A questo si affianca un progetto serio contro la dispersione, con cinque milioni che saranno stanziati quest’anno. Con un ampliamento dell’offerta formativa, introducendo oltre agli ormai noti corsi di recupero anche corsi di sostegno e aiuto allo studio, moduli didattici di approfondimento e sviluppo delle conoscenze, assunzione di metodologie didattiche alternative, arricchimento del curriculum. Poi i patti formativi territoriali, il master and back, che finalemnte sta decollando, e tante piccoli aiuti alle scuole che sono una vera boccata di ossigeno per un settore che più di altri subisce la generale crisi economica. Siamo all’avanguardia insomma. E mentre il governo nazionale - coclude il deputato Pd - rema dall’atlra parte dimostriamo una sensibilità per il mondo dell’istruzione che ci fa ben sperare per il futuro. Sperando di poter portare a termine il lavoro nella prossima legislatura, e di non veder arrivare anche nell’isola un collega del ministro Gelmini che distrugga quanto di buono è stato fatto»