Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » La Sicilia-Appello di Cgil, Cisl e Uil per l'educazione fisica

La Sicilia-Appello di Cgil, Cisl e Uil per l'educazione fisica

Appello di Cgil, Cisl e Uil per l'educazione fisica Da una parte Sirchia che predica, buon per lui, una corretta attività motoria nelle scuole in forza di una rigida campagna di educazione all...

02/02/2005
Decrease text size Increase text size
La Sicilia

Appello di Cgil, Cisl e Uil per l'educazione fisica

Da una parte Sirchia che predica, buon per lui, una corretta attività motoria nelle scuole in forza di una rigida campagna di educazione alla salute pubblica a tutto raggio, dall'altra la signora delle Riforme, Letizia Moratti, concentrata sul fronte opposto, riducendo, in poche parole, l'attività di cui sopra, l'educazione fisica, insomma, da due ad un'ora settimanale obbligatoria. I ministri, insomma, non si sono parlati o, se si sono parlati, non si sono intesi.
E, attenzione, non è un suggerimento, lo era semmai l'allargamento delle iscrizioni nella scuola dell'infanzia ai bambini di età inferiore ai tre anni, come annunciava la recente circolare ministeriale; stavolta si tratta di un provvedimento coercitivo, contenuto all'interno del decreto legislativo, presentato ufficialmente il 14 gennaio.
E questo accade, per di più, mentre volge al termine l'anno europeo dell'Educazione fisica attraverso lo sport.
La coincidenza è perlomeno strana. Fanno a cazzotti le idee dei nostri governanti e intanto - ed è questo quel che conta - le ricadute locali si prefigurano davvero gravi.
Occupazionali soprattutto, cinquantaquattro docenti a rischio soltanto nella nostra provincia. Senza considerare gli effetti altrettanto preoccupanti sulla popolazione studentesca (sarà un futuro di obesi, il nostro, di pigri adolescenti pingui?). Le organizzazioni sindacali sono in stato di allerta, Cigil, Cisl e Uil, unitariamente sono già al lavoro, chiedendo un tempestivo tavolo di confronto e di riflessione e coinvolgendo tutte le forze politiche, sociali, le federazioni sportive, le organizzazioni studentesche.
L'obiettivo è chiaro: la riformulazione del decreto legislativo per assicurare almeno le due ore settimanali.
"Attualmente si legge in una nota sottoscritta congiuntamente da Cgil, Cisl e Uil l'Italia è all'ultimo posto nell'Unione Europea per quel che concerne l'attività fisica nelle scuole. Mentre nelle varie sedi istituzionali nazionali ed internazionali si pone l'accento oltre che sulla qualità anche sulla quantità dell'attività fisica necessaria per un adeguato percorso formativo, in Italia il ministro Moratti non trova di meglio che rendere del tutto residuale, se non addirittura inesistente, l'applicazione della disciplina nelle nostre scuole".
Prossime iniziative saranno organizzate in collaborazione con il Coordinamento insegnanti di Educazione fisica della provincia; il comitato e i sindacati non hanno escluso forme di protesta anche eclatanti, in un settore che rappresenta una voce attiva nel processo educativo dei giovani.
Veronica Tomassini