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La Sicilia-In provincia 15 insegnanti precari su cento

In provincia 15 insegnanti precari su cento i dati del sindacato. Sono ancora più drastiche le previsioni per il personale amministrativo E' una voragine dentro cui è difficile stabilire l'...

25/02/2005
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La Sicilia

In provincia 15 insegnanti precari su cento
i dati del sindacato.
Sono ancora più drastiche le previsioni per il personale amministrativo

E' una voragine dentro cui è difficile stabilire l'entità dell'emergenza. Su Siracusa, però, i dati si possono quantificare, eccome, tanto che il sindacato degli operatori della scuola, la Sns-Cgil, ha lanciato l'ennesimo allarme.
In sostanza il comparto, in provincia, continua ad accusare i colpi della Riforma Moratti, in caduta libera, tuttora, con un vuoto occupazionale costante, senza alcun miglioramento nelle più recenti percentuali.
Un'espansione oltre ogni limite, commentano dalla Sns-Cgil, una vera emergenza per la scuola, tale da generare "conflitti, dequalificazioni del servizio, discontinuità, producendo una devastazione nei diritti delle persone condannate ad una eterna insicurezza".
Eppure il 4 giugno del 2004, dopo una lunga battaglia, che i sindacati si intestarono a vantaggio di un intervento legislativo per la causa e con i suoi protagonisti, fu varata una legge, esattamente la 143, che inglobava un piano pluriennale di nomine in ruolo, concepito per ricoprire tutti i posti vacanti.
Il piano demandava alla legge finanziaria l'ambito economico del medesimo articolo.
La Finanziaria del 2005 parve però infischiarsene, evitando lo stanziamento, operando invece tutta una serie di tagli e decurtazioni destinate al capitolo spesa sociale.
"Sette anni fa, - ricorda, con puntualità, il segretario generale della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil, Roberto Alosi nella nostra provincia, su cento docenti almeno otto erano precari. Il prossimo anno i precari saranno quindici su cento. Tra il personale Ata il tasso di precarietà, nello stesso periodo, passa addirittura dall'11 al 35%. In questo modo, con i pensionamenti del prossimo anno di circa duecento docenti e ottanta unità di personale Ata, cui non si farà fronte con nuove assunzioni, aumenterà necessariamente il numero degli assunti a tempo determinato con contratto annuale.
"Alla fine, però, diminuirà sensibilmente l'indice di stabilità e aumenterà conseguentemente l'indice di precarietà. Senza assunzioni in ruolo, l'anno prossimo, prosegue Alosi avremo un esercito di oltre mille docenti precari pari al 15% dell'intero organico.
"Un docente su cinque, dunque, in posizione di non stabilità e non continuità, con pesanti effetti sulla qualità del servizio. Per il personale Ata la situazione sarà ancor più drastica, passando dall'attuale 33% di unità precaria, alla soglia del 35% dell'intero fabbisogno provinciale. Tutto ciò è inaccettabile. Come inaccettabile è la divisione fra i lavoratori sulla base di diritti a geometria variabile fra stabilizzati e precari, in grado di colpire le legittime aspettative di migliaia di persone.
"A fronte di ciò, le organizzazioni sindacali confederali lanceranno una grande mobilitazione per rivendicare le immissioni in ruolo".
Veronica Tomassini