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La Sicilia-Università: aumenta il numero dei laureati, ma ancora troppi abbandoni

Il rapporto sul sistema italiano Università: aumenta il numero dei laureati, ma ancora troppi abbandoni Un sistema in fase di assestamento per gli effetti della riforma Moratti, ma ancora alle ...

09/09/2005
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La Sicilia

Il rapporto sul sistema italiano
Università: aumenta il numero dei laureati, ma ancora troppi abbandoni

Un sistema in fase di assestamento per gli effetti della riforma Moratti, ma ancora alle prese con un fenomeno che non accenna a diminuire: l'abbandono scolastico. L'Università, finita sotto la lente del Cnvsu (Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario), non sta male, ma ha cronicizzato i vecchi acciacchi. Il sesto rapporto annuale sullo stato del sistema universitario rivela, infatti, un aumento dei laureati, ma conferma un triste dato: il 20 per cento degli studenti rinunciano a completare il corso di studi dopo il primo anno di iscrizione. Sebbene in generale il tasso di abbandono sia sceso dal 65% del 2001 al 40% attuale, ancora oggi uno studente su 5 non si iscrive al secondo anno di università. Ciò mette in luce, secondo il Cnvsu, l'opportunità di migliorare gli interventi di orientamento e tutorato. Un aiuto arriverà anche dall'Anagrafe degli studenti che permetterà di seguire nei prossimi anni le carriere individuali.
Negli ultimi tre anni è cresciuta notevolmente la proporzione di "maturi" della scuola superiore che scelgono di iscriversi all'università (dal 66,5% del 2000 al 72,8% del 2001 e stabilizzatasi sul 76%). Contestualmente, sono aumentate anche le iscrizioni delle matricole "attempate". Continua a essere rilevante la proporzione di studenti che si iscrivono per la prima volta a un corso universitario dopo uno o più anni dal conseguimento della maturità, attratti dai nuovi corsi di studio universitari, dopo aver avuto esperienze lavorative. Nell'anno accademico 2002-2003 circa una matricola su 5 (19,3%) aveva conseguito la maturità almeno 5 anni prima. Rispetto ai circa 235 mila del 2003 crescono i laureati e diplomati. Nel 2004 sono 269 mila, un incremento che si giustifica anche con il conseguimento del titolo da parte di studenti che con la riforma, passando dal vecchio al nuovo ordinamento, hanno impresso una accelerazione alla conclusione degli studi.
Nel biennio 2003-2004 sono stati attivati 4.539 corsi. Di questi, solo 89 del vecchio ordinamento. E sono più che raddoppiati i corsi di laurea specialistica passati da 533 del 2002-2003 ai 1204 del 2003-2004. Per ogni cento corsi triennali attivati sono stati avviati 39 del biennio specialistico. "E' un fenomeno - ha osservato il presidente del Cnvsu Biggeri - che va monitorato attentamente qualificando di più l'offerta in termini territoriali e anche valutando l'ammissione dei laureati in relazione alle loro capacità acquisite e potenziali".
Migliora, infine, la capacità degli atenei statali di attrarre finanziamenti esterni sia attraverso convenzioni, contratti e vendita di servizi a imprese e istituzioni (+17,6%) sia grazie a un aumento delle entrate contributive (+21,5%). Tra il 2001 e il 2003 si è registrato un aumento significativo: le entrate contributive (in sostanza le tasse pagate dagli studenti) rappresentano in media l'11% delle risorse esterne e oscillano da un minimo di 4% a un massimo del 20%. Le altre entrate che rappresentano in media circa il 12% presentano oscillazioni più ampie che variano da un minimo del 3% a un massimo del 24%. Su questo fronte la capacità dei vari atenei è estremamente variegata e quelli del Sud mostrano una incidenza marcatamente inferiore sia delle entrate finalizzate sia di quelle contributive. Dallo studio del Cnvsu emerge comunque una maggiore propensione dello studente al pagamento di tasse universitarie in cambio di un servizio didattico efficiente e coerente con gli obiettivi e dunque in grado di assicurare, a fronte di una maggiore regolarità, una riduzione dei tempi di permanenza.
Raffaele Manduca