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Libertà/Piacenza: «Pochi insegnanti e risorse al minimo»

I problemi della scuola sotto la lente dei dirigenti collegati con l'ufficio regionale

02/03/2007
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Libertà

I problemi della scuola sotto la lente dei dirigenti collegati con l'ufficio regionale«Pochi insegnanti e risorse al minimo»

Le risorse della scuola che scarseggiano, alla stessa stregua del personale sempre troppo esiguo. Se n'è parlato ieri mattina durante la video conferenza che per la prima volta ha riunito tutti i dirigenti scolastici di Piacenza e provincia in collegamento diretto con i dirigenti dell'ufficio regionale di Bologna. La riunione è stata organizzata all'Isii Marconi. «Le risorse finanziarie si trovano in situazione d'emergenza - ha ricordato Luciano Fanti, dell'Ufficio Sesto della direzione regionale scolastica -. Dal 2002 le scuole hanno subito uno stillicidio continuo di tagli. E rispetto al 2001, nel 2006 si è verificato un taglio di oltre la metà delle risorse». In particolare, la mancanza di fondi va ad intaccare i pagamenti delle supplenze. «Si tratta di un'emergenza - ha ribadito Fanti -. E l'Emilia Romagna vanta un primato assolutamente negativo. Nel 2006 abbiamo registrato un debito nei confronti dello Stato di 60milioni di euro. Nonostante le continue richieste di fondi nulla è cambiato». Una prima risposta, secondo Fanti, risiederebbe nell'addebitare i pagamenti delle supplenze, concordate fino al termine dell'anno scolastico, all'amministrazione centrale. «Finalmente l'amministrazione ha ammesso ciò che noi diciamo da anni - ha ricordato Marina Molinari di Cisl Scuola -. Le scuole, materialmente non hanno più i soldi per pagare gli stipendi dei supplenti».
Ma se c'è accordo sull'emergenza risorse, i sindacati si oppongono nei confronti delle cifre sugli organici presentate ieri dall'amministrazione. «C'è stata un'illustrazione diversa da quella esistente. Secondo la Regione in Emilia Romagna ci sono 60 posti in meno (e a Piacenza dieci), ma la realtà è ben diversa, e non si tengono in considerazione le classi gonfiate a dismisura - ha aggiunto - la situazione è drammatica lo Stato ha un debito enorme nei confronti delle scuole - ha aggiunto Raffaella Morsia, referente di Cgil -. Con i posti di organico attuali è impossibile garantire classi e tempo scuola alle famiglie. Il ministro a luglio aveva garantito posti in più e di fatto oggi questo diritto viene negato».
Ieri è stato affrontato anche il problema della tassa rifiuti della Tarsu, che grava interamente sui bilanci scolastici ad esclusione di un 18% sovvenzionato con risorse statali. È stato ricordato inoltre che: sono in svolgimento i corsi di formazione dedicati agli insegnanti elementari per l'insegnamento della lingua inglese. «Stiamo investendo su un modello europeo di insegnante» hanno ricordato i dirigenti.
i sindacati sul problema degli organici
«Le iscrizioni di studenti a Piacenza - scrivono in una nota i confederali - evidenziano un aumento di 50 alunni nella scuola primaria e di 280 nella scuola di II grado. A fronte dell'incremento di alunni sopra riportato e ad un significativo aumento di richieste di tempo pieno a 40 ore settimanali nella scuola primaria da parte dei genitori, la risposta dell'Amministrazione Scolastica è stata la seguente: taglio di 10 posti da applicarsi sulle scuole di primo e secondo grado.
In realtà - proseguono - ai tagli sopra riportati si deve aggiungere la scomparsa dei posti autorizzati a luglio 2006 sull'organico di fatto 2006/07 per fronteggiare le esigenze legate al maggior numero di alunni e alle richieste di tempo pieno e di tempo prolungato per lo scorso anno scolastico e cioè: 19 posti sulla scuola primaria, 5 posti sul primo grado e 24 posti sul secondo grado.
In totale 58 posti (10+48) in meno rispetto allo scorso anno con un incremento di 330 studenti.
Queste - spiegano le sindacaliste - alcune delle possibili ricadute: aumento degli alunni per classe (fino a 27 nella scuola primaria e fino a 31 nel I e II grado anche in presenza di alunni portatori di handicap); riduzione del tempo scuola per gli alunni; tempo pieno dimezzato e realizzazione di un "falso tempo pieno" coperto da tre o più insegnanti, che con una sorta di spezzatino orario ruotano su più classi.
Ilaria Molinari