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Macerata: Il sindacato dice no alle classi pollaio

Cingolani: “Con questi numeri è impossibile un’adeguata attività educativa”. Tagliati 120 docenti

23/06/2011
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Corriere Adriatico

Macerata Mentre gli studenti delle scuole superiori sono concentrati sugli esami di maturità, tutti gli altri si sfregano le mani perché, dall’anno prossimo, potrebbero essere interrogati una sola volta a quadrimestre. Ma non è questa la scuola e la preparazione che le famiglie chiedono allo Stato. In provincia di Macerata da settembre le classi saranno sempre più numerose, con picchi che supereranno i 30 alunni a causa dei pesanti tagli agli insegnanti. Gestire classi di questo tipo diventerà impegnativo, stressante e non renderà giustizia al servizio e agli sforzi didattici che i docenti vorrebbero imprimere ai propri ragazzi. La qualità del servizio rischia di essere fortemente penalizzata dai tagli imposti dal ministero. L’allarme viene lanciato dalla Flc Cgil che annuncia ben 120 docenti in meno nelle scuole della provincia, che andranno ad aggiungersi a quelli già applicati nelle altre due tranche del post-riforma Gelmini. “Il ministro si spende per convincere che questi interventi non sono penalizzanti per la scuola pubblica – afferma il segretario Flc Cgil Giampaolo Cingolani - ma tralascia colpevolmente di far notare che in questi due anni è cresciuta la dispersione scolastica, è diminuita la possibilità di scelta delle famiglie, si sono ridotti i percorsi scolastici a tempo pieno, mentre è costantemente aumentato li numero degli allievi per classe”. La Flc Cgil rifiuta la classificazione delle “classi pollaio”, anche se rende bene l’idea della logistica nelle scuole, in riferimento alla prima class action contro la pubblica amministrazione autorizzata dai giudici, ma anche la provincia di Macerata è in notevole sofferenza. Nonostante il ministero dichiari che la percentuale di classi con più di 25 alunni sarà inferiore al 4%, a livello locale supererà invece il 40% per la scuola dell’infanzia, più del 10% per la primaria, così come per la secondaria di primo grado e più del 30% della secondaria di secondo grado. Il dramma sarà per le prime, che toccheranno punte del 60%.

“Non è pensabile di offrire un servizio adeguato dal punto di vista educativo e didattico con questi numeri – continua Cingolani -. In assenza di docenti si ridurranno i laboratori, le attività extracurriculari, non ci sarà più tempo per fare approfondimenti e, cosa ancora più grave, per garantire corsi di recupero per chi è più in difficoltà. Le Marche sono una delle Regioni con il più alto numero di studenti stranieri ed extracomunitari, che avrebbero bisogno di maggiori attenzioni. In questo modo aumenterà a dismisura la dispersione scolastica”. I 120 docenti che da settembre non entreranno in classe sono quei precari, non più giovanissimi, che da anni attendono una stabilizzazione e un’entrata di ruolo che sembra una chimera. “Gli studenti cambiano insegnante ogni anno – afferma Cingolani – e non viene garantita una continuità didattica, a discapito della loro preparazione”.

E la drammaticità tra le aule sarà estesa anche alla sicurezza. Già la manutenzione delle scuole è carente per problemi di tagli alle risorse degli enti locali, proprietari degli immobili. Se a questo si aggiunge che per classe il numero degli alunni è superiore a quello previsto per legge, è evidente che la preoccupazione aumenta. Le aule e i laboratori, evidenzia Cingolani, saranno fuori norma, sia per gli spazi, sia per la prevenzione incendi.

E a monitorare non ci saranno nemmeno i tanto amati bidelli. Il personale Ata, quindi da quello tecnico-amministrativo a quello ausiliario, sarà oggetto di ulteriori tagli drastici. E il malessere aumenta.

federica broglio,