Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Macerata. Tagli, disagi e classi sovraffollate: le scuole scoppiano

Macerata. Tagli, disagi e classi sovraffollate: le scuole scoppiano

Pioggia di proteste da parte di sindaci, presidi e famiglie: ecco la mappa dei problemi negli istituti della provincia

14/07/2011
Decrease text size Increase text size
Il Resto del Carlino

Macerata, 13 luglio 2011 - PLURICLASSI, classi superaffollate, alunni costretti a percorrere anche dieci chilometri per raggiungere la scuola, istituti in cui si rischia di non garantire assistenza e pulizia. Sono le criticità «trasversali» contenute nella relazione di Luca Galeazzi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, sull’organico di diritto 2011-2012, trasmessa all’Ufficio scolastico regionale. Un quadro complesso sul quale, ovviamente, si tratta: tra i tagli connessi alle esigenze di bilancio e i bisogni del territorio, spesso ineludibili. Tanto che fioccano lettere di protesta di presidi, sindaci e genitori.
 

SCUOLA PRIMARIA. Nel plesso di Penna San Giovanni, parte dell’istituto comprensivo “Leopardi” di Sarnano, è stata formata un’unica pluriclasse con 19 alunni, di cui si chiede lo sdoppiamento. Al “Sanzio” di Porto Potenza Picena è stata accorpata una quarta. Così si sono formate tre classi con 78 alunni, di cui una con handicap medio grave. Docenti e genitori chiedono la revoca della decisione, anche perché le aule sono piccole (non più di 30 metri quadri). Nei due plessi di Apiro e Frontale dell’istituto “Coldigioco” sono previste 5 classi nel primo e una pluriclasse nel secondo. Si era anche pensato di dirottare i 7 iscritti alla prima di Frontale nella prima del plesso di Apiro (10 iscritti) e fare una pluriclasse da 13 a Frontale; ma i genitori non vogliono spostare i figli da Frontale. A San Ginesio, all’istituto «Tortoreto» sono state costituite due pluriclassi da 20, una nel plesso di San Ginesio e una in quello di Sant’Angelo in Pontano. Per evitarne un’altra a Passo San Ginesio gli 8 iscritti alla prima sono stati aggregati ai 18 della prima del capoluogo, che dista 10 km (per fronteggiare queste difficoltà già autorizzato un posto in più).
 

SCUOLA MEDIA. Problemi di tempo e sovraffolamento al “Leopardi” di Potenza Picena. Con 79 alunni in prima (59 tempo normale e 20 tempo prolungato) sono state autorizzate 3 classi; ma con una classe a tempo prolungato di 20 alunni, hanno evidenziato i genitori, se ne formerebbero due a tempo normale, ognuna di 29 alunni, con un allievo in situazione di handicap. Problema simile al “Paladini” di Treia: con 73 alunni sono state autorizzate tre prime. Ma gli iscritti sarebbero già 83 — di cui uno diversamente abile — per cui servirebbe una quarta prima classe. Al «Medi» di Porto Recanati

con 105 alunni in prima concesse quattro classi), al sovraffollamento si aggiunge la presenza di tanti alunni extracomunitari, il cui processo di integrazione richiede impegno e risorse aggiuntive. Cancellato il tempo prolungato nella prima classe del plesso di Fiuminata, una scelta che ha modificato un’organizzazione che dura dal 1980, in un Comune diviso in 26 frazioni distanti anche 16 km dal capoluogo, con problemi per trasporti e mensa.
 

SCUOLE SUPERIORI. Al liceo Classico di Macerata sono state autorizzate due classi con 60 alunni; eventuali bocciati reiscritti renderanno le classi superaffollate. Rischio sovraffollamento anche all’Istituto agrario: con 130 alunni sono state autorizzate cinque prime; facile prevedere che il numero dei bocciati e le aule piccole imporranno lo sdoppiamento. All’Itas di Macerata è stata concessa una sola prima (40 iscritti) per il corso di Finanza e Marketing, in quanto lo stesso indirizzo è anche all’Itc., ma l’Itas rivendica il diritto di accogliere le iscrizioni ricevute. All’Ipsar “Varnelli” di Cingoli, infine, con 113 alunni e 5 disabili, sono state autorizzate quattro classi quarte, ma ne servirebbe un’altra.

DRAMMATICA la situazione del personale Ata, specie per i tagli al numero dei bidelli: in molti casi c’è il rischio di non garantire l’apertura delle scuole o essere costretti a ridurne l’orario di funzionamento.